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Nel 1994 TNG sarebbe finita, e DS9 sarebbe stata la sola serie di Star
Trek in TV. I dirigenti Paramount si chiesero quindi se si poteva
replicare il successo di "due serie" contemporanee lanciando appunto un
ennesimo capitolo della saga. Questa volta si poteva tornare a
raccontare le avventure di un'astronave nello spazio. Il team creativo
Berman/Piller venne affiancato da Jeri Taylor, una prolifica autrice
già stretta collaboratrice sin dai tempi di TNG. E nel gennaio del 1995
una nuova astronave cominciò a viaggiare nello spazio televisivo: la
Voyager.
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Nella premessa, una nave federale sta inseguendo una navetta di Maquis,
ex ufficiali della Flotta che hanno formato un gruppo fuorilegge di
'vigilantes' per difendere le proprie colonie dai vicini Cardassiani
(ufficialmente in pace con la Federazione, ma spesso impegnati in
violente scorribande contro i coloni federali). A causa di un fenomeno
sconosciuto, le due navi vengono sbalzate dall'altra parte della
galassia a 70.000 anni luce dallo spazio della Federazione. Qui,
lontani da casa, i due equipaggi decidono di unirsi e di collaborare
per uno scopo comune: tornare a casa. Nel loro lungo viaggio,
ovviamente, visiteranno nuovi pianeti, scopriranno nuove razze di
alieni, altri mondi e civiltà che niente hanno a che fare con
l'Universo di Star Trek che conosciamo, o che invece conosciamo molto
bene, come i Borg.
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Il capitano dell'equipaggio della Voyager è per la prima volta una
donna, a dimostrare che Star Trek è innovativo anche dopo trent'anni.
Kathryn Janeway (Kate Mulgrew) ha un carattere forte e autoritario, ma
la sua femminilità traspare comunque. Suo primo ufficiale è un nativo
americano, Chakotay (Robert Beltran), ex ufficiale della Flotta, che,
nonostante sia stato un terrorista, ha un suo codice d'onore e morale.
Come Capo della Sicurezza troviamo un Vulcaniano, Tuvok (Tim Russ), che
però non sarà il punto di vista alieno della serie, dato che i
Vulcaniani sono uno dei dati di fatto dell'Universo di Star Trek. Come
ufficiale timoniere troviamo Tom Paris (Robert Duncan McNeill) un
giovane un po' sbandato e impulsivo che rimedia ad errori commessi nel
suo passato dimostrando la sua abilità. Un altro giovane, quasi un
novellino, che ci riporta con la mente a Sulu, è Harry Kim (Garrett
Wang) che ricopre il ruolo di ufficiale alle comunicazioni e ufficiale
scientifico della nave.
ll Capo Ingegnere, e anche qui si tratta di un'innovazione, è una donna,
anzi una mezza umana mezza Klingon anch'ella ex terrorista ai comandi
di Chakotay, B'Elanna Torres (Roxann Biggs-Dawson), divisa tra due
mondi diversi e sempre in conflitto tra loro. Occhio alieno della
situazione è stavolta... un essere che non è neppure vivente, visto che
è un ologramma: si tratta infatti del Dottore Olografico (Robert
Picardo) che viene attivato quando il dottore vero muore. Attraverso le
sue osservazioni e le reazioni degli altri verso di lui, scopriremo
quelle piccole morali che hanno reso Star Trek così interessante. |
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Infine
non potevano mancare gli alieni nuovi (e fidanzati!), indigeni di
questa parte della galassia: Neelix (Ethan Philips) che rappresenta la
nota comica della serie, e Kes (Jennifer Lian), una bellissima aliena
sensibile e intelligente, che, nonostante la giovane età, è un po' la
parte saggia dell'equipaggio, che lascia la serie alla terza stagione,
sostituita da uno dei personaggi di più successo di tutte le serie di
Star Trek, la Borg Sette di Nove (Jeri Ryan).
Nuovi viaggi "dove nessuno è mai giunto prima", ecco la migliore
definizione di quello che, per il momento, è l'ultimo capitolo della
saga. In Voyager si crea una specie di "secondo universo", nuovo e
inesplorato, tutto da scoprire, proprio perché siamo lontani dallo
spazio Federale e dai consueti "nemici". Il periodo è comunque lo
stesso di TNG e DS9, la tecnologia analoga, i problemi e le soluzioni
tecniche gli stessi. Una ventata di novità e freschezza è comunque
assicurata in questa nuova serie appositamente studiata a tavolino per
permettere agli autori di ricominciare da capo
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Il fatto che i personaggi si trovino da soli in una parte sconosciuta
della galassia, senza contatti con l'Universo che conosciamo, rende
questa serie un terreno davvero inesplorato, e anche i legami col
passato (principalmente evidenziati da quelle caratteristiche filosofie
di comportamento tipiche di plainStar Trek) vengono esplorati in modo
nuovo. L'equipaggio è di nuovo alle prese con "nuovi mondi e nuove
civiltà", molto più di prima, proprio perché sono assenti molti di quei
punti di riferimento ai quali eravamo ormai abituati. La nota più
originale è il Dottore olografico, che ripercorre le orme di Spock,
Data e Odo per darci quella visione esterna sui difetti e sulle virtù
degli umani che tanto ci appassionano. |
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