Buongiorno a tutti. Sta per iniziare la ventisettesima STICCON, e questa volta incomincio il mio consueto resoconto prima che la convention abbia inizio, perché questa purtroppo non sarà una STICCON come le precedenti. Nessuna sarà più la stessa, perché dovremo fare a meno di Alberto. Lo ricorderemo come avrebbe voluto lui, e cioè divertendoci (o, perlomeno, faremo del nostro meglio), ma ogni tanto leveremo il pensiero a lui, perché ogni cosa, nelle sale del Centro Congressi, ci ricorderà l’Ammiraglio. La STICCON è il lascito di Alberto, e si è evoluta, ospitando anche altri club, in nome della cooperazione tra i fan. E un’altra maniera di ricordarlo sarà’ la “Invasion Bellaria” di Domenica mattina, un modo per uscire dal (relativo) isolamento del Centro Congressi e camminare per le strade, non per metterci in mostra ma per farci conoscere e far vedere che (malgrado le apparenze) siamo nerd ma non siamo marziani.
Per Alberto era importante far capire che le uniformi della Flotta Stellare non le indossiamo certo per andare in ufficio o per fare la spesa, e che non siamo sciroccati (non del tutto, perlomeno) ma persone con una vita, un lavoro, una famiglia, le bollette da pagare e tutto il resto. Sosteneva la collaborazione e l’integrazione non solo tra nerd di “fedi” diverse, ma anche tra nerd e “resto del mondo”. In questo senso Alberto è stato il nostro Charles Xavier. Noi non eravamo mutanti (probabilmente), ma ci sentivamo soli a guardare i telefilm di fantascienza quando i nostri coetanei parlavano di calcio o del festival di Sanremo. Pensavamo di essere gli unici a guardare cartoni animati dopo la terza media. Poi abbiamo conosciuto lo STIC, che non sarà una Scuola per Giovani Dotati (non foss’altro per l’età media dei soci), ma ci ha fatto scoprire che c’erano altri interessati a Spock o a Gundam più che ai divi del pop o agli assi del calcio. Un sogno che si era fatto realtà. E il sogno continua, anche quest’anno, a Bellaria. Scott, dove sono i bomboloni? Logan, passami la birra. Qualcuno mi sa dire il numero della stanza di Jean Grey? No? E di Ororo?
Carlo Recagno
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Carlo Recagno nasce a Casale Monferrato in provincia di Alessandria il 7 agosto del 1965. Ha frequentato la Scuola del Fumetto di Milano. Nel 1989 propone ad Alfredo Castelli un soggetto per Martin Mystère che viene approvato e diviene la sua prima storia pubblicata: Aria di Baker Street e I mondi impossibili di Sherlock Holmes (Martin Mystère 129-130 12/1992-01/1993). Continua a scrivere sceneggiature e dal 1995 sostituisce Federico Memola quale redattore alla Sergio Bonelli Editore, lavorando a stretto contatto con Castelli. Molto apprezzate le sue “Storie da Altrove”, spin-off della serie del detective mysterioso. Ha vinto il Premio Italia per la fantascienza nella categoria “Operatore Artistico” nel 2007 e nel 2011.” Esperto ‘enciclopedico’ del detective di Baker Street è anche ottimo conoscitore di saghe fumettistiche, filmiche e televisive – una su tutte, Star Trek.
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