Sturm und Drang. Gotterdammerung. E anche Keine gegenstaende aus dem Fenster werfen. Questo abbiamo trovato al nostro risveglio all’alba del secondo giorno di Reunion. Attila è arrivato a Riccione, con vento e pioggia battente. Ho visto cose che voi umani non vi potete neanche immaginare, ma gli abitanti di Trieste e dintorni magari sì. Ho visto in tempesta non soltanto il mare, ma anche l’acqua della piscina dell’albergo. Ho visto gente che metteva catene all’auto, ma non per il rischio neve, bensì per non farsele muovere dalle raffiche: le legavano come biciclette! Ho visto gente fare lo jogging sul lungomare incuranti e sprezzanti del rischio di venire spazzati via dal vento. E ho visto dei trekker che non si curavano di nulla di tutto ciò, chiusi nella sicurezza dell’albergo e della loro convention, immersi nella tre giorni invernale dello Stic (e adesso anche del Dwic) che nessuno puo’ turbare (tranne forse la direzione dell’albergo che ha affittato le sale convegni a ridosso della Reunion, prima e dopo, obbligandoci ad allestire in fretta e a sbaraccare altrettanto in fretta). Ma da bravi ufficiali della Flotta Stellare non ci siamo lasciati abbattere da queste difficoltà, e la Reunion è più bella che pria (bravo! Grazie!). Alcuni amici purtroppo quest’anno hanno dovuto dare forfait, ma in compenso se ne sono fatti vivi altri che non si vedevano da dieci o addirittura venti anni. E’ proprio vero che lo Stic crea legami che permangono attraverso il tempo, e che non si spezzano mai. Qui da noi vige il motto dei Vendicatori: “Once an Avenger, always an Avenger”.
Cosa è successo venerdì, mi chiedete? Abbiamo iniziato parlando del futuro, cosa che in un club di fantascienza in fondo è normale, ma abbiamo parlato del futuro proprio di Star Trek: non solo l’anno prossimo uscirà “Star Trek Beyond”, il terzo film del reboot, ma nel 2017 ci dovrebbe essere il debutto di una nuova serie, e la nostra grande speranza è che si tratti davvero un nuovo inizio, di una rinascita; anzi, di un rinascimento, come è stato nel 1987 con l’arrivo di “The Next Generation”.
Marcello Rossi parla del futuro di Star Trek, e oltre (beyond, appunto).
E, parlando appunto di TNG, abbiamo avuto un altro grande ritorno. Dopo 12 anni è tornata tra noi Denise Crosby, che i soci più anziani ricorderanno per essere stata a Bellaria per due anni consecutivi: prima per raccogliere materiale per il suo documentario “Trekkies 2”, e poi per presentare il suddetto in anteprima mondiale.
Tasha Yar è tornata!
Insomma, Tasha Yar è tornata (sempre assieme al figlio, che in questi 12 anni è leggermente cresciuto, e adesso le mangia la minestra in testa).
Denise Crosby e figlio.
Gli anni sono stati gentili con lei, ed è sempre una donna molto bella, che ci ha nuovamente raccontato come è stato lavorare in quei tempi pionieristici in cui lei e i suoi colleghi ancora non sapevano di star dando vita a una leggenda.
Denise Crosby con Paolo Attivissimo, per la traduzione simultanea.
Denise Crosby assieme a un maturo fan, con una foto che attesta il loro precedente incontro in Sticcon, dodici anni fa. Lui indossa sempre la stessa camicia!
E, parlando appunto di leggende (notare quanto sono bravo a fare questi collegamenti), leggendarie sono state anche le due giovani e attraenti disegnatrici di fumetti che ci hanno raccontato del loro lavoro su “Doctor Who” prima per la casa editrice americana IDW e poi per la britannica Titan Comics (a proposito, ragazze, se per caso gli inglesi hanno bisogno di nuovi sceneggiatori, io sono disponibile).
Passando da Star Trek a un’altra celebre serie di fantascienza, la più longeva al mondo, è nato il Doctor Who Italian Club (per gli amici, Dwic). Lo sapevate? Sapevatelo. Un nuovo club nato dall’esperienza del gruppo Facebook degli Eremiti Uniti, e che si propone di essere in Italia il punto di riferimento per gli whoviani come lo Stic lo è da trent’anni per gli appassionati di Star Trek. E a parlarcene c’erano due membri del direttivo, Federica Minguzzi e Jessica Farella.
Jessica Farella e Federica Minguzzi ci parlano del neo-nato Doctor Who Italian Club.
Ma so che tutti voi che state leggendo queste righe volete che vi racconti della parte più importante della giornata: ebbene sì, il cibo al buffet è stato fantastico, e…
Ah, intendevate la sfilata dei costumi?
Sì, c’era anche quella, come poterne fare a meno?
Noi dello Stic facevamo cosplay ancora prima che inventassero il termine: siamo stati dei pionieri, noi!
E anche nella sala dei convegni dell’albergo si sono viste cose che voi umani non potete nemmeno immaginare, come il gruppo dei “Guardiani della Galassia” composto dalle nuove leve dello Stic (che forse, da adulti, ci denunceranno per tutti i costumi che abbiamo fatto loro indossare sin dalla più tenera età). Abbiamo visto la squadra di Torchwood, un Tardis che camminava su due gambe come un uomo (e invece era una donna, Gisella), abbiamo visto una Lucia Cattani (alias Leia Jada Vaako) in abito lungo da sera, ma soprattutto abbiamo visto i trionfatori della serata: l’inedito trio Antonio Porcu, Loredana Atzei e Mariaelisabetta Muzii impegnati in uno sketch come non se ne vedevano da tempo sui palchi delle convention.
Sfilata dei costumi
Lucia, facci sognare!
Il gruppo vincitore esibisce trionfalmente la coppa! (La bresaola, invece, è stata assegnata al secondo classificato)
Quasi quasi mi viene voglia di tornare a interpretare il capitano Klaxon, mio vecchio personaggio, che tanto successo riscosse ai bei tempi andati…
Eh? Come avete detto?
No, scusate, perché mai dovrei bagnarmi le dita e poi infilarle in una presa di corrente? Non ne vedo il motivo. Ah, non avete detto le dita, avete detto un’altra cosa. Beh, però i testi della scenetta li scriverei io.
Ah, è proprio per quello?
Va bene, stando così le cose, non vi racconterò più niente, per oggi. Non vi dirò nulla di come ci siamo divertiti in tarda serata ad assistere all’asta cieca condotta da Nicola Vianello, il cui ricavato andrà come di consueto devoluto in beneficenza. (Tutti quelli che vengono alle convention sono sempre impazienti: “Nicola, non vedo l’ora di vedere la tua asta!”). E non vi racconterò nulla neanche di come, a spettacolo ormai terminato, gli ultimi superstiti hanno fatto, come si suol dire, le ore piccole a bere e a mangiare. Un gruppo di maturi nerd persi nei ricordi delle convention di vent’anni fa. Veterani dello Stic, con i capelli ormai grigi, ma che però non invecchieranno mai, perché hanno scoperto il segreto dell’eterna giovinezza: stare assieme, mai perdersi di vista, e tornare sempre, anche se passano nel frattempo vent’anni.
Ma soprattutto, non prendersi mai sul serio. Mai.
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