Scena: Casa Recagno. Le tre di notte.
Effetto sonoro: DRIIIN! DRIIIINNN! (suona il campanello)
(Si alza di soprassalto e va ad aprire la porta sbadigliando)
(Sussulta!)
– Gabriella? Cosa ci fai qui, a quest’ora di notte? E a quasi 400 km da casa tua?
– Non sono veramente qui, pirla! Sono solo una funzione narrativa che ti sei inventato tu perché non sapevi come iniziare il racconto!
– Ah, già. Bella idea, eh? Dovrei fare lo scrittore.
– Tu SEI uno scrittore.
– E’ vero. Ho perfino vinto il Premio Italia alla Starcon.
– E ne stai approfittando ora per farti pubblicità! Avanti, muoviti, mettiti a scrivere! Manca il resoconto della giornata finale della convention! Possibile che tu non lo abbia ancora scritto? La convention si è conclusa ormai da quasi una settimana! I lettori lo stanno aspettando, e lo sto aspettando anch’io, per pubblicare il tutto sul prossimo Inside. Che me ne faccio del report di tre giornate su quattro?
– Ehm…non ho avuto tempo. Dico sul serio. A Bellaria crollavo dal sonno, dormendo soltanto tre ore per notte, e al rientro a casa sono tornato subito a lavorare. E poi… Era crollata la casa! C’è stato un terremoto! Una tremenda inondazione! Le cavallette! Non è stata colpa mia! Lo giuro su Dio!
– Hai appena citato John Belushi dai “Blues Brothers”. Stai facendo copia e incolla per allungare il brodo. Avanti, mettiti a lavorare, bastardo!
– Prima mi dai del pirla, adesso del bastardo. Gabriella non si esprime così.
– Uffah, non sono veramente Gabriella! Qui e adesso io sono più che altro la tua coscienza.
– Adesso capisco il bastardo. Però, se hai intenzione di rimproverarmi per aver copiato quel compito di latino al liceo, sappi che…
– Non mi importa nulla del tuo compito di latino al liceo! A me interessa la tua mancanza più immediata. Un po’ come il fantasma del Natale presente, hai presente? Avanti! Mettiti a scrivere o ti distruggo tutte le action figure di Doctor Who! Per non parlare di dove andranno a finire i tuoi cacciaviti sonici!
– (con la voce di Marcello Cesena quando faceva Jean-Claude) Noooo! I cacciaviti sonici nooooo!
– Ti legherò alla sedia finchè non avrai svolto il tuo compito. Ci vuole forza di volontà. Ripeti con me: volli, fortissimamente volli!
– Questa sì che è una citazione colta. Dovresti fare la scrittrice.
– Io SONO una scrittrice. O meglio, lo è la Gabri reale. Avanti, scansafatiche! ALLONS-Y!
E fu così che il nostro eroe venne richiamato ai suoi doveri e si mise a scrivere il report della giornata di domenica.
Domenica, la giornata finale. Quando già prende la malinconia perché sai che tra breve tutto avrà termine. Eppure ci sono state ancora tante cose da vedere e da fare. Come la conferenza scientifica di Michele Romeo, l’assemblea Italcon e l’incontro con Leo Ortolani, che ha retto il palco per un’ora buona con l’abilità di un cosumato cabarettista.
Dalla geologia al fumetto: Leo Ortolani!
Il geologo di Parma ci ha parlato di cinema, di Star Trek, della sua breve esperienza di socio Stic negli anni più verdi (a proposito, Leo, vorresti rientrare nel club? Ci sono però vent’anni di quote arretrate da saldare), di cinema, di Star Wars, della conclusione della serie di Rat-Man (perché, Leo, perché?), di cinema, dei suoi progetti per il futuro, e ancora di cinema.
Leo Ortolani sul palco, assieme a Egisto Seriacopi, organizzatore della Starcon Comics.
Perché Leo in questi ultimi tempi si è scoperto critico cinematografico, pubblicando recensioni-parodie di film sul suo blog, che ha poi raccolto nel volume “Buio in sala”, in uscita in questi giorni (un volume di cui l’albetto realizzato per la Starcon è una costoletta).
L’albetto realizzato da Leo appositamente per noi. (Visto che non sono riuscito a prenderlo, spero che sia disponibile anche alla Reunion, se le copie rimaste non esauriscono prima.)
Un’ora è volata, ascoltando i racconti di un fumettaro, e la mattinata si è conclusa con il secondo incontro delle “Trek Babes”, vale a dire Barbara Luna, Lee Meriwether e Celeste Yarnall, di nuovo a disposizione dell’inclito pubblico (non so cosa significa inclito, ma lo metto perché suona bene) per ricordare l’anniversario di Star Trek.
Le Trek Babes, schierate sul palcoscenico in compagnia dei rispettivi traduttori. L’uomo seminascosto dietro BarBara Luna era Rodrigo Araya, e io non voglio sapere cosa le stava facendo. Pare che le stesse sistemando il microfono, ma si sa che dicono tutti così.
Paolo Attivissimo in compagnia di BarBara Luna, che non ha più la tutina argentata di sabato, ma è scintillante lo stesso.
Paolo in mezzo a Celeste Yarnall e BarBara Luna. Cosa ha fatto o detto per avere quel sorrisetto imbarazzato? Ne so quanto voi!
Nel pomeriggio, prima dello spettacolo vero e proprio, abbiamo avuto un numero fuori programma, e anche fuori dall’ordinario; ma soprattutto fuori. Da mesi infatti un gruppo segreto di Facebook aveva organizzato un evento in clandestinità (e poi Paolo Attivissimo dice che i complotti non esistono!) per fare una sorpresa per la nostra Gabriella, vale a dire ricreare in chiave Trek una memorabile scena degli “Avengers” (no, non John Steed ed Emma Peel), con la partecipazione di tutti i soci in uniforme classica che si era riusciti a raccattare.
Perchè tutte queste persone sono in ginocchio? Per realizzare il sogno di una trekker! Guardate il video su YouTube, sul canale dello Stic.
E questa scenetta si è svolta sul palco sotto gli occhi divertiti della nostra presidentessa, tenuta all’oscuro fino all’ultimo. Una cospirazione che non sarebbe mai potuta riuscire se non ci fosse stata la collaborazione del CO della Starcon, al quale vanno i più sentiti ringraziamenti (praticamente Gabri era l’unica a non sapere). E’ stato un momento molto divertente e molto bello, che potete vedere qui su YouTube: https://www.youtube.com/watch?v=lgGqovB1HvE
Dopodichè è ripreso lo spettacolo regolare, con il secondo incontro con Terry Farrell, la Jadzia di Deep Space Nine, che se volete sapere il mio parere, è molto più bella adesso che vent’anni fa (sarà che ho un debole per le donne mature?).
No, dico: Terry Farrell! Non so se mi sono spiegato bene.
Proprio lei, mica un’altra!
Oltre a essere bellissima ed elegante, Terry ha mostrato anche una notevole gamma di espressioni facciali che ha stupito tutti.
Le molte facce di Terry Farrell, per chi le ha viste e per chi non c’era.
E’ seguito poi il secondo incontro con Sylvester McCoy, che come nella giornata precedente ha abbandonato subito il palco per scendere in platea e parlare direttamente con il pubblico.
Non lasciatevi ingannare da questa immagine: all’inizio sì, McCoy era sul palco…
…ma poi è partito in quarta…
…muovendosi come un folletto tra una fila e l’altra della platea…
Non è stato possibile tenerlo fermo, si poteva soltanto stargli dietro, e anche quello a fatica. Impedibile anche per chi non ha mai visto il Settimo Dottore e conosce McCoy soltanto per “Lo Hobbit”.
Solo una volta rientrato sul palco ha trovato un vecchio avversario: il Kandyman!
E infine, il clou. Lui. La leggenda. Il capitano per antonomasia (non so chi sia questa Antonomasia, ma di sicuro il capitano Kirk l’avrebbe voluta conoscere): William Shatner.
Signori, IL capitano!
Non uno qualunque: Lui! Il solo e unico William Shatner!
Affascinante ed energetico, malgrado l’età non più verde. Chi c’era alla sua precedente visita alla Sticcon non ha potuto fare a meno di trovarlo più rilassato e “paterno”, molto più alla mano nei confronti del pubblico. Direi che ci abbiamo senz’altro guadagnato.
Dopo undici anni è tornato tra noi!
Non poteva esserci modo migliore per festeggiare il mezzo secolo della Serie Classica e il trentennale dello Star Trek Italian Club. Shatner è stato la ciliegina (anzi, ciliegiona) sulla torta che ha fatto di questa Starcon 2016 un evento irripetibile per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di essere presenti in sala, e che un giorno potranno dire ai propri nipoti: “Io c’ero! Io ho visto dal vivo il capitano Kirk” (sperando che i nipoti non rispondano: “E chi diavolo è il capitano Kirk?”. D’altronde si sa che questi giovinastri sono scriteriati e senza rispetto!)
Anche se ha alle spalle il Tardis, non c’è dubbio: è il capitano, non un dottore! Giuro!
E verso sera, dopo l’asta di beneficenza e la foto di gruppo, tutto ha cominciato inesorabilmente a volgere al termine. Abbiamo partecipato all’ultima cena, altrimenti detta cena di gala, con il taglio della torta. Champagne, ricchi premi e cotillons, e come di consueto alcolici molto particolari portati dai soci. (il famoso “spirito Trek”).
La torta…
…e il taglio della medesima ad opera degli ospiti.
Il famoso “spirito Trek”.
Dopo l’ultima cena, le ultime chiacchere con i membri del Comitato Organizzatore a fare il bilancio della manifestazione e a dare a tutti un arrivederci all’anno prossimo. Sono già in corso infatti i lavori per la prossima Starcon, e come sempre ci saranno sorprese in serbo, e magari anche in croato (sì, sono alla frutta: non so più che battute fare!). L’importante, comunque, è che saremo di nuovo tutti lì, a Bellaria, al Palacongressi, e ci ritroveremo tutti come se ci fossimo visti soltanto il giorno prima. La Starcon è questa: si viene la prima volta per gli ospiti e si torna poi tutti gli anni per le persone. E’ un mondo molto più fantastico di quello dell’astronave Enterprise, molto più magico di quello di Harry Potter: un mondo dove si creano legami che permangono, e relazioni che continuano. Un mondo che fa parte di quello reale e al tempo stesso ne è fuori, perché è atemporale: è una neverneverland, e chi vi abita non invecchierà mai dentro (fuori sì, ma in fondo non ce ne importa; okay, no, magari un pochino sì).
Il C.O., che sta per Comitato Organizzatore.
Ci rivedremo, signori. Ci ritroveremo come le star a bere del whisky al Roxy Bar…o meglio, sui divani dell’albergo, dove anche questa domenica sera, chiuse le sale, ci siamo ritrovati per passare assieme le ultime ore che ci separavano dal mattino e dal rientro a casa, stanchi (e in preda a deprivazione da sonno) ma felici.
La miglior convention di tutti i tempi. Finora.
Siamo così, giustamente stralunati,
sempre più spudorati, sciamannati.
Ma potrai trovarci ancora qui,
nelle sere di Bellaria,
gustando una cibaria
straordinaria.
E ti diremo ancora un altro:
“passami i bomboloni, per favore”.
Epilogo: Sempre casa Recagno. Un’ora imprecisata.
Il cronista aspetta il parere della sua coscienza.
– Allora, come ti sembra?
– Carino, sì, ma ha un finale un po’ malinconico, quasi serio…
– Lo faccio sempre. Chiudo sempre il report di una convention con un tono malinconico e quasi serio.
– E i nostri lettori infatti sono anche un po’ stufi. Puo’ andare bene per l’ISTM, che essendo cartaceo induce più alla riflessione, ma per l’estemporaneità di Facebook ci vuole una chiusa un po’ più leggera. Non hai niente di vivace e allegro?
– Vediamo… un’immagine divertente puo’ andare bene?
– Non vuoi neanche più sbatterti a scrivere, eh? Lavativo!
– Ora ci credo, che sei la mia coscienza! Aspetta un minuto…
Effetto sonoro: CLICK CLICK CLICK (armeggia un po’ con Photoshop)
– Guarda.
– Uhm. Hai rubato una foto a Tamara e l’hai manipolata un po’. Ma sì, ci sta, mettila pure in chiusura qui sotto.
E così dicendo Gabriella svanì, in uno scintillio di luci che ricordava il teletrasporto. In un attimo fu come se non ci fosse mai stata. E, in effetti, era proprio così. Il cronista in ritardo aveva in realtà dialogato sempre con se stesso.
Programmò quindi la pubblicazione del racconto online, e tornò a dormire, facendo un appunto mentale di non mangiare più la bagna cauda alla sera.
Carlo Recagno
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