Eravamo a Riccione col sole, non sembrava neanche inverno…ma siamo tornati a casa e abbiamo trovato freddo, pioggia e vento…perché non siamo rimasti alla Reunion? Perché?
Buongiorno a tutti, e scusate il ritardo.
Mi dicono che l’ultimo capitolo del “report” della Reunion XIV si sta ancora facendo aspettare, e voi state fremendo per leggere la conclusione. Oppure – più probabile – vi siete dimenticati che l’ultimo capitolo non è ancora stato pubblicato, e quindi l’autore deve spararle tutte per distrarvi. Aveva pensato di vestirsi come Jim Carrey in The Mask e di cantarvi “Cuban Pete”…
Chick-chicky boom, chick-chicky boom
…ma gli è venuta un’idea migliore.
Permettete che mi presenti: sono Asdrubale, il coniglio mobile. Alcuni di voi avranno letto il mio nome nella puntata precedente, e magari si erano anche incuriositi. Vedete, io non esisto: sono soltanto un parto della fantasia dell’autore, che mi ha immaginato in uno dei (tanti) momenti di deprivazione da sonno, nelle notti all’Hotel Mediterraneo, a Riccione. E adesso lo devo sostituire, perchè lui non voleva scrivere la parola “fine” a questo racconto. Cercate di comprenderlo: lasciarsi alle spalle la Reunion è sempre doloroso, e lui pensava, inconsciamente (ma anche un po’ consciamente), che non completando il suo scassatissimo diario, la convention non si sarebbe mai “veramente” conclusa.
Capito che testa hanno, questi sceneggiatori di fumetti? Non riescono a capire che nella vita reale le cose finiscono semplicemente perché si sono esaurite e basta. Un po’ come il Dottore, che strappava l’ultima pagina dei romanzi per impedire alla storia di terminare.
Salve, sono Asdrubale, il coniglio mobile. So’ figo, eh?
Di conseguenza, sarò io, Asdrubale, a raccontarvi quell’ultimo giorno, anche se sono un personaggio immaginario. Ma in fondo – sempre per citare il Dottore – non siamo tutti storie? (Ehi, autore, bella citazione, vero? Come? E’ la stessa che avresti fatto tu? E grazie alla carota: sono un parto della tua fantasia!)
L’ultima giornata, quella di domenica, è sempre un po’ malinconica, perché tutti sanno che la convention sta per finire. Non con il botto, che c’è già stato (parlo della cena di gala e poi della sfilata dei costumi. No, dico, le avete viste tutte quelle donne in abito da sera?), ma in maniera quieta e tranquilla, e infatti la gente già se ne va alla chetichella a metà pomeriggio. Ma c’è ancora tanto da vedere e da fare, ve lo garantisco. Per esempio, la conferenza di Cesare Cioni su “Forme della serialità televisiva”, a cui non ho assistito, non perché i conigli non vi fossero ammessi, ma perché io in realtà non esisto (lo so che sembra una scusa, ma è così).
“Da Twilight Zone a Discovery e oltre”. Vai, Cesare! Che la Forza sia con te!
E poi il “bis” dei due ospiti: prima di tutto, la meravigliosa Giulia Santilli, che per la seconda volta ha tenuto il pubblico incollato alle sedie con la sua verve.
Ora, cantiamo tutti il suo nome sul tema di “Juliet”, di Robin Gibb.
Con lei Massimo Romani ci ha fatto un vero e proprio regalo: ci avevano promesso una “semplice” doppiatrice e invece abbiamo avuto una attrice comica di gran livello. Tutti si erano già innamorati di lei il giorno prima, ma lo spettacolo della domenica è stato il suo trionfo. Mi accodo alla lunga lista di coloro che la vorrebbero rivedere di nuovo a una futura convention: oltre a essere brava è anche una ragazza bellissima.
E poi è Ironman. Cosa volete di più dalla vita, un lucano?
L’ho già detto che è bellissima? Ehi, l’ho detto o non l’ho detto? Ah, l’ho detto. Ok.
Dopo Giulia, il ritorno di Ross Mullan, di nuovo con i suoi racconti su come indossare scafandri pesanti che limitano la vista e interpretare il proprio ruolo senza inciampare negli arredi di scena. Amiamo queste cose, amiamo conoscere il “dietro le quinte”, e amiamo divertirci; anche se sul palco sta qualcuno il cui nome fino a ieri ignoravamo, subito quella persona diventa “uno dei nostri” (nel caso di Giulia, poi, spero che lo rimanga a lungo; la vogliamo come ospite fissa tutti gli anni! Ehm…scusate, non badate alle conigliate di un coniglio immaginario).
Ross e il nostro Paolo Attivissimo
Tra autografi e sessioni fotografiche la giornata ha poi raggiunto la sua conclusione con la conferenza del mio autore (in rappresentanza del Doctor Who Italian Club) sulla nuova serie di Doctor Who (lui è molto contento che il nuovo Dottore sia una donna, capisci amme’), una proiezione di Black Mirror a tema Trek (l’episodio “USS Callister”), e l’immancabile foto di gruppo.
Conferenza a tema Doctor Who, tenuta da quel tizio sulla destra, con la faccia da pirla (Foto: Kassandra Taima Wiki)
Ed è così che abbiamo concluso, umani e conigli, per voi che siete rimasti a casa.
Vedete, la Reunion è una cosa bella: è fatta appunto per riunirsi, e non è importante che ci siano grandi ospiti. Anzi, come accade spesso alle convention dello Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”, le convention più divertenti sono quelle senza nomi “grossi”, e questa Reunion verrà ricordata per l’allegria e le emozioni, quelle che continuate a nutrire nei vostri cuori, voi che siete tornati da Riccione pieni di bei ricordi (oltre che dell’ottimo cibo al buffet dell’albergo). Saro’ anche un personaggio immaginario, ma so benissimo che provate ancora tutti nostalgia per quelle serate passate sui divanetti, e per gli amici che avete rivisto.
Questo è lo STIC-AL: i legami che si creano e che si consolidano. Sticcon, Starcon, Reunion…ovunque andiamo ci portiamo sempre dietro la nostra isola che non c’è, dove non invecchieremo mai ma resteremo sempre uguali, senza cambiare mai (magari in questo il limoncello e il mirto aiutano un po’). Va bene, c’è qualche capello bianco in più e qualche chilo di troppo, e ci sono i figli che crescono…ma siamo sempre noi. E continuiamo a esserci, dandovi il nostro “arrivederci alla prossima”, perché naturalmente vogliamo ritrovarvi alla prossima convention. Capito, umani? Ve lo dice un coniglio parlante immaginario.
FINE?…
No, non è ancora la fine, perchè qui l’autore getta la maschera, stufo di far parlare un coniglio a proprio nome come escamotage divertente per l’ultima puntata del Report.
Come diceva il Paninaro del Drive In: “Tranquilli, tranquilli, sono sempre io!”. E Asdrubale sta dormendo nella sua gabbietta, mentre qui ci sono sempre le fatine rosa che svolazzano sopra di me, in calze a rete e tacchi a spillo (loro in calze a rete e tacchi a spillo, non io in calze a rete e tacchi a spillo).
Getto la maschera, dicevo, non solo perché mi sembra una buona idea per la “chiusa” di questo report, ma anche perché la domenica, alla fine di tutto, c’è stato anche un fuori programma. Dopo cena, infatti, gli ultimi sopravvissuti si sono riuniti nella sala principale (che era già stata rapidamente smantellata e riallestita per un nuovo utilizzo) per dare una conclusione degna a questa Reunion, e per fare il punto della situazione. E anche la virgola. Massì, facciamo anche due punti, punto e virgola, facciamo vedere che abbondiamo. (Apri la parente. Hai aperto la parente? Chiudila)
I Fantastici Quattro parlano al popolo della Reunion. Da sinistra a destra: Ben Grimm. Johnny Storm. Reed Richards e Susan Storm. (Foto: Kassandra Taima Wiki)
Quelli che erano appunto presenti in sala quella sera sanno che ci sono nell’aria diverse notizie che riguardano il futuro. Non siamo ancora pronti per parlarne, ma quando sara’ il momento saprete tutto. Potete quindi considerare questo “Report” dell’ultimo giorno della Reunion come un grosso “teaser” per gli annunci che verranno. Sissignore, è questo il motivo per cui viene pubblicato così tardi: l’abbiamo fatto apposta! Sono furbo, io!
Non ci credete, eh? Io nemmeno. Vabbè, ci ho provato.
Ma le sorprese ci saranno davvero. Restate sintonizzati sui canali dello STIC, tutto verrà reso noto a tempo debito.
Il futuro sta per arrivare.
They call me Cuban Pete
I’m the king of the Rumba beat
When I play my maracas I go
Chick-chicky boom, chick-chicky boom
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