Bellaria, Lunedì 13 Maggio 2019
A chi possa interessare.
Scrivo queste righe nell’atrio dell’Hotel Piccadilly, che è l’ultimo rifugio per coloro che non hanno fatto in tempo ad andarsene. Il maltempo imperversa, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera stanca. Chi se l’immaginava che, proprio alla fine della StarCon Italia 2019 una tempesta si sarebbe abbattuta sulla riviera romagnola? Ieri sera c’è stata la cena di gala, abbiamo festeggiato la conclusione della nostra convention mentre fuori infuriava il temporale, e dai vetri dell’hotel potevamo vedere il mare agitato, tra le onde che ruggivano e con la furia degli elementi, la furia dei marosi e anche Furia cavallo del West. Alla luce di un fulmine per un attimo avevamo visto una nave cavalcare le onde, e con il potente ingrandimento della fotocamera eravamo riusciti a leggere il nome sulla fiancata: L’Olonese volante! Ma noi avevamo ignorato questo segno, ignavi ed ebbri, sicuri della nostra invincibilità, e ne avremmo pagato il fio! E avevamo fatto bagordi come se non ci fosse un domani. Come se non ci fosse un domani! Non potevamo immaginare quanto profetiche fossero queste parole! Noi che ce ne stavamo a bere, mangiare e danzare come sul Titanic! Perchè non abbiamo visto in tempo quell’iceberg? Perché?
Questa mattina, lunedì 13 Maggio, sono andato in stazione per ritornare a casa, la pioggia era battente; avrei dovuto già accorgermi che qualcosa non andava: molte serrande erano chiuse, la gente pareva allarmata, le macchine sembravano scappare fuori città. Una volta arrivato al binario 1 e 2/3 ho scoperto con orrore che, causa maltempo, le ferrovie erano nel caos: il mio treno era in ritardo di 55 minuti (persa quindi la coincidenza a Rimini per Bologna), e gli altri convogli erano anch’essi in ritardo, oppure cancellati. Ho provato a chiedere informazioni in biglietteria, ma l’addetto allo sportello indossava un salvagente a ciambella e una maschera da sub. Stava chiudendo, e gli ho chiesto quando avrebbero riaperto: mi ha rivolto uno sguardo compassionevole. Gli ho chiesto il perché di questa sua strana bardatura, e lui mi ha risposto: “Siamo una località di mare, no?”. Dopodichè è uscito dalla stazione con ai piedi le pinne e si e tuffato in strada, allontanandosi a nuoto.
Non potevo fare altro che tornare in albergo, dove almeno avrei trovato asilo. Sono stato uno degli ultimi, prima che chiudessero le porte.
Ed eccoci qui, io e pochi altri compagni di sventura rimasti. Le notizie sono frammentarie: abbiamo sentito che un fiume era esondato (vi ricordate quando dicevamo semplicemente “straripato”?), e la situazione era critica. Abbiamo contattato la capitaneria di porto, ma abbiamo trovato solo un messaggio registrato che diceva: “Parla Nettuno. Lasciate un messaggio dopo il segnale acustico”. Dopodichè si è sentito il rumore di uno sciacquone, e abbiamo intuito che le cose non andavano tanto bene.
Aspettiamo futuri sviluppi. Non so fino a che punto reggerà la corrente elettrica, e per questo ho deciso di dedicarmi al mio dovere di cronista: scriverò il resoconto dell’ultimo giorno della StarCon, e lo affiderò a una bottiglia, sperando che giunga a qualcuno: la posterità deve sapere come si è conclusa la più bella convention di sempre.
Ordunque, parliamo di Domenica. L’evento principale della mattinata è stato l’incontro con l’ospite fumettistico: Moreno Burattini, sceneggiatore e “showrunner” di Zagor, il quale ci ha parlato delle componenti fantascientifiche nella serie ideata da Sergio Bonelli. Ad affiancarlo, in qualità di “spalla”, Carlo Recagno, sceneggiatore e redattore di Martin Mystère. Due bonelliani al prezzo di uno! (Un affarone, Bing! Parola del Conte Oliver)
Dopodichè, a causa di un cambio di programma, abbiamo assistito a una nuova sessione del workshop di Miltos Yerolemou (faccio sempre il copincolla per scriverlo giusto) della “danza dell’acqua” (con la collaborazione di Annaclaudia Amadori nel ruolo di traduttrice simultanea), per chi desiderava imparare a combattere come uno spadaccino di Braavos. Braavi tutti quanti, molto braavi!
Milton in mezzo ai suoi studenti
Il Maestro in mezzo ai duellanti
“Io sono tuo padre”
“Noooooo!”
Dopo (e in mezzo) a tutto questo: conferenze, sessioni autografi e torneo di Klinzha.
Al pomeriggio, ve lo confesso, la pioggia mi ha scoraggiato dal seguire gli eventi, finchè prendendo a due mani il coraggio (in realtà l’ombrello) mi sono arrischiato a tornare al Palacongressi per vedere ancora una volta Doug Jones.
Vestito con una sobrietà che ricordava il cantante Mika, si è seduto di nuovo sulla riproduzione della poltrona da capitano della USS Discovery (che gli apparteneva di diritto come Saru), e ancora una volta è stato a disposizione del pubblico. Gradevole e simpatico, uno degli ospiti più memorabili che abbiamo mai avuto alla StarCon.
Dopodichè presentazione del libro “Lost Trek”, di Marcello Rossi e Cesare Cioni, e ultima conferenza prevista. (E, malgrado non fosse inclusa nel depliant, foto di gruppo a conclusione dei lavori. )
Alla sera, cena di gala per la prima volta all’Hotel Piccadilly. Siamo stati un po’ più strettini rispetto a come eravamo abituati tre anni fa, ma sempre meglio che a Chianciano. Abbiamo festeggiato con gioia (e con alcool) la conclusione di quattro giorni non-stop di allegria, divertimento, spettacolo e amicizia.
La torta della cena di gala
Con noi hanno brindato i nostri ospiti (e Doug Jones ha pure effettuato qualche passo di danza con le signore presenti).
Il pasodoble di Doug Jones
E’ stato assegnato per la prima volta il “Premio Idic”, per gli eroi che si sono particolarmente distinti al servizio dello Stic, e chi avrebbe potuto inaugurare questa usanza meglio di Marco Paulli? Premio meritatissimo, Marco!
Marco Paulli riceve il premio dalle mani di Claudio Galinta, in rappresentanza del Ponte di Comando dello Stic.
Al termine, è toccato come sempre al nostro presidente Nicola Vianello l’ingrato compito di dichiarare chiusa la convention (ma non temete, ci rivediamo tra sei mesi a Riccione con la Reunion).
Fighitudine a mille
Fighitudine fuori scala
Gentili donzelle ringraziano il presidente dello STIC-AL per tutto quello che ha fatto e che fa per il club e per la convention
Foto di gruppo con ospiti
Un’altra StarCon si era conclusa, e gli ultimi sopravvissuti hanno passato la serata con l’ultimo (purtroppo) “dopofestival”, sui divanetti dell’albergo. Dopo l’ultima cena, l’ultima bombolonata, le ultime pizzette, gli ultimi panini con la soppressa.
E tutto ha avuto termine come in un bellissimo sogno, mentre fuori infuriava la bufera, e giungevano notizie di grandinate in altre parti d’Italia. Così si è conclusa la Starcon Italia 2019, così si è concluso il nostro trionfale – e felice – ritorno a Bellaria.
Ora siamo qui, la mattina dopo, assediati dalla pioggia, ma nessuno si arrischia ad uscire dall’albergo, siamo barricati. Per ora la corrente funziona, e abbiamo scorte di vino e di bomboloni ancora per un po’, ma già vedo alcuni di noi che osservano quelli più grassocci con occhi curiosamente famelici, e inizio a preoccuparmi un po’. Fuori, sul lungomare, c’è una curiosa processione di animali che si muovono misteriosamente a coppie, tutti diretti verso una colossale imbarcazione di legno. Somiglia proprio a quella…quella lì, insomma. Spero tanto che non sia quella di lui…sì, coso, quello li. Spero proprio di no. No!
NO, EH!
Aspettiamo che il sole torni a far capolino tra le nubi, e che arrivi una colomba con in bocca un ramoscello. Il Navarca, temerario, ha deciso di sfidare la sorte e di chiamare un taxi per arrivare a Rimini. Il tassista assomigliava stranamente a Davy Jones, chissà se lo rivedrò mai più? (Il Navarca, non Davy Jones)
E’ stato un gran ritorno, e una delle più belle StarCon di tutti i tempi. Bellaria è la nostra casa, e speriamo che continui a esserlo ancora per molti anni a venire.
Affido questa testimonianza al caso, sperando che non vada perduta, e attendo una nave che mi riporti a casa. Je ne regrette rien. Seppellite il mio cuore a Wounded Knee.
Carlo Recagno
NOTA: Abbiamo trovato queste pagine dentro una bottiglia di Pinot Chardonnay finita sulla spiaggia di Bellaria dopo la più grande inondazione degli ultimi 300 anni; c’era scritto di farla pervenire allo Star Trek Italian Club, e così abbiamo fatto.
Firmato: La capitaneria di porto.
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