William Shatner non è nuovo alla pubblicazione di libri di memorie. A partire dagli anni ’80, infatti, ha periodicamente raccontato la sua vita e trasmesso le sue memorie ai posteri attraverso una piuttosto corposa lista di autobiografie risultato di interviste e approfondimenti fatti da vari autori o giornalisti. In Italia non tutta la sua produzione è stata tradotta, ma speriamo che questo prossimo volume lo sarà, anche considerando l’interesse che ha suscitato il documentario di Amazon Shatner nello spazio.
Nel nuovo libro di memorie, Boldly Go: Reflections on a Life of Awe and Wonder (Riflessioni su una vita di stupore e meraviglia), uscito pochi giorni fa, il 91enne attore, noto per i suoi ruoli iconici nella TV americana (il capitano Kirk e T.J. Hooker), ma anche regista, scrittore, ideatore di serie televisive e recentemente persino astronauta, ha pubblicato una serie di saggi sulla sua vita e sulle sue esperienze.
Uno dei temi trattati è la “faida” in corso con i suoi colleghi di Star Trek, uno scontro verbale che dura ormai da decenni. In un’intervista a USA Today, l’ha riassunta in modo semplice: “Penso che il problema siano loro, non io”.
D’altro canto i suoi colleghi di lavoro, nel corso degli anni, non si sono certamente trattenuti dall’esprimere le proprie opinioni.
James Doohan, il compianto interprete di Montgomery Scott, ha dichiarato: “Mi piace il Capitano Kirk, ma non mi piace Bill. È così insicuro che riesce a pensare solo a se stesso”.
Walter Koenig, lo storico interprete di Pavel Checkov, ha dichiarato: “Per essere sicuri, ogni inquadratura era impostata in modo che lui fosse in primo piano. Lui si bloccava automaticamente in quel modo e, come ho detto prima, i registi lo assecondavano”. Koenig ha aggiunto, con un certo sarcasmo: “Ma era anche sensibile: non ho mai avuto la sensazione che volesse essere amico degli attori non protagonisti”.
Il confronto più significativo, però, è stato forse quello con George Takei, l’interprete di Hikaru Sulu, che nel corso degli anni ha fatto molte accuse sulle interazioni di Shatner con gli attori non protagonisti, affermando: “È difficile lavorare con qualcuno che non fa gioco di squadra. Il resto del cast capisce cosa fa funzionare una scena: tutti contribuiscono. Ma Bill è un attore meraviglioso e lo sa, e gli piace avere la macchina da presa sempre addosso”.
Ma per Shatner, la cosa più sconvolgente sono stati i commenti di Takei sul suo recente viaggio nello spazio, in cui ha detto che Shatner era la cavia di Jeff Bezos. Al che Shatner ha risposto: “Perché Takei ha reso queste dichiarazioni? Dopo che sono sceso dal mio breve viaggio nello spazio e ho raccontato la mia esperienza e parlato del riscaldamento globale, lui ha detto: ‘Probabilmente l’hanno mandato su perché era il più vecchio disponibile a farlo’. È stato meschino. Non c’è motivo. E non me ne frega niente della sua opinione. Ma questo tizio non sta bene”.
Insomma scambi di opinioni al vetriolo.
Naturalmente il libro non si concentra solo sui pettegolezzi e sui conflitti, ma anche sul senso delle sue esperienze e su ciò che hanno lasciato nella vita e nell’anima dell’attore.
Non resta che acquistarlo in originale o attendere una pubblicazione in italiano per gustare appieno le esperienze di vita di un uomo che sicuramente la vita l’ha vissuta appieno.
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