La strada era difficile, sembrava fatta apposta per scoraggiare i visitatori, ma l’intervistatore non si perse d’animo: si fece spazio in mezzo alla neve fino ad arrivare all’ingresso della casa, e suonò il campanello.
Il portone si aprì con un sinistro cigolio, e gli sembrò di sentire il tema di Alfred Hitchcock; sulla soglia apparve una figura in livrea che reggeva un candelabro: assomigliava sinistramente a Lurch de “La Famiglia Addams”.
“Non compriamo aspirapolveri.”
“Veramente sono qui per l’intervista, ho preso appuntamento…”
“Non compriamo niente lo stesso.”
Solo quando il visitatore riuscì (non senza qualche difficoltà) a convincere il maggiordomo che non voleva neanche fargli cambiare gestore di servizi di telefonia, venne accompagnato nello studio, dove nella penombra attendeva una figura, seduta in poltrona. Teneva in mano una sfera di cristallo di quelle che, capovolgendole, fanno la neve. All’interno del globo si distingueva la forma familiare di una sezione a disco con due gondole.
“Rosabella…” sussurrò la figura.
“Prego?”
“Ha mica visto il mio slittino? Sono anni che non lo trovo più.”
“Ehm…no, ma se vuole, poi l’aiuto a cercarlo.”
“Lei è molto gentile, sa? E’ venuto qui per sistemare l’antenna?”
“Io, veramente…”
“Sa, è da un pezzo che non riesco più a prendere né Netflix né La Sette. Praticamente vedo solo Don Matteo e Ballando con le Stelle…”
“A parte il fatto che Netflix è sul web, io sarei qui per intervistarla. Avevo telefonato…”
“Davvero, mio buon uomo? E cosa le avevamo risposto?”
“Inizialmente che avevo sbagliato numero perchè non avete il telefono, ma l’ho presa come una amabile e tipica boutade…”
“Adesso mi ricordo di lei. Lei è quello che per tre mesi ha chiamato per fissare un appuntamento, e io le escogitavo tutte per non rispondere: cambiavo voce, mi fingevo il garzone di una pizzeria…”
“Lo ricordo, ho finito per ordinare una quattro stagioni”
“Com’era, poi?”
“Buona, ma non c’erano abbastanza funghi”
“Mi spiace, li avevo finiti. Un’altra volta ho cercato di scoraggiarla fingendo un’interferenza con Onda Verde, e le ho dato tutti gli aggiornamenti della coda lungo la Genova-Gravellona. A proposito, è riuscito a rientrare a casa prima di sera?”
“Sì, sono uscito ad Alessandria Sud.”
“Lei mi piace, non si è mai dato per vinto. Non ha mai scoraggiato.”
“Anche perché non sta bene.”
“Infatti l’ho appena mollata io. E’ sicuro di non aver visto il mio slittino?”
“No, però, come le ho detto, dopo l’intervista la aiuto volentieri a cercare Rosabella…”
“Il mio slittino si chiamava Genoveffa.”
“E Rosabella chi è?”
“Ah, quella è una massaggiatrice di via Paolo Sarpi che fa buon prezzo…”
“Ehm…cominciamo con l’intervista? Il pubblico ha il diritto di essere informato. Tutti i nostri lettori vogliono sapere come si è conclusa la StarCon Italia 2018. I suoi resoconti si interrompono con la giornata di sabato. Cosa accadde dopo?”
“E sia! Che il velo dei ricordi si squarci! Ora i suoi lettori sapranno ogni cosa!”
“Ne sono lieto. Hanno atteso così tanto per quest’ultima puntata.”
“Davvero? Quanto?”
“Dieci anni. Siamo nel 2028!”
“Caspita, me la sono presa un tantinello comoda…beh, iniziamo.”
“Dunque, quella mattina mi svegliai nella mia stanza d’albergo, scesi nella sala ristorante e presi il caffè con una fetta di torta al mirtillo e un bicchiere di succo d’arancia…”
“Credo che possiamo saltare questi dettagli”
“Va bene. Mi vestii e raggiunsi a piedi il Palacoso, come si chiamava…”
“Palamontepaschi”
“Ecco, quello lì. Entrai e salutai le ragazze alla reception, sempre al lavoro. Stavano quasi tutto il tempo nella stanzetta a lavorare, sempre pazienti e gentili con tutti, anche con i visitatori più insopportabili. E si perdevano la maggior parte degli eventi della convention.”
“Erano davvero in gamba, vero?”
“Sì, ed erano tremendamente gnocche. Tutte in minigonna…”
“Veramente dalle foto dell’epoca non…”
“…e con i tacchi, i boa di struzzo…”
“Non portavano i boa di struzzo!”
“Lo portavano, lo portavano, quando nessuno guardava! Dia retta a me, che sono un uomo di mondo! Tre anni di militare a Cuneo!”
“Ehm…vada avanti. Quella mattina ci furono di nuovo gli incontri con Brian Muir e Claudia Wells, giusto?”
“Ah, sì. Muir, l’inventore della maschera di Paperino…”
“Era la maschera di Darth Vader”
“Stessa cosa. Divertentissimo, allegro, ma un po’ chiuso e taciturno…”
“E’ sicuro di avere le idee chiare?”
“E poi la Wells! Anche lei bellissima, con la minigonna e i boa di struzzo!…”
“Ci risiamo! Non aveva i boa di struzzo!…”
“Certo che ce l’aveva, se l’era fatto prestare dalle ragazze della reception! Comunque, quella mattina ci furono anche le lezioni di lingua klingon. E poi anche la conferenza di Marcello Rossi e Cesare Cioni sulla fantascienza degli anni cinquanta. Il pezzo forte della giornata, comunque, fu il ritorno dei superospiti di Star Trek Discovery: Rekha Sharma e Jason Isaacs. Molto belli, davvero! E i boa di struzzo…”
“Questo è proprio andato! Mi vuol dire che anche Rekha Sharma indossava la minigonna e il boa di struzzo?”
“No, quello era Jason Isaacs. Gli donavano molto. Comunque entrambi molto simpatici. Lei aveva una verve comica notevole: sarebbe stata perfetta per una sitcom. Ha pure ricevuto una proposta di matrimonio, oltre al suggerimento di entrare nel cast di “The Big Bang Theory” per interpretare la nuova fiamma di Koothrappali. Naturalmente sappiamo tutti che negli anni successivi entrò davvero a far parte di quella serie, ma per diventare il nuovo amore di Penny, una mossa che spiazzò parecchio i fan…”
“Già. Leonard ebbe il cuore spezzato, però poi si mise lui con Rajeesh. Ma stavamo parlando di Jason Isaacs. Che ha raccontato, al pubblico?”
“E chi mai ascoltava quello che diceva? Le signore lo guardavano trasognate e basta. Quell’uomo continua a fare sfracelli, l’ho visto al cinema anche ieri sera, in “Harry Potter XII”. Che verve! Che spirito! Che boa di struzzo!”
“Sa che lei non è rincoglionito come sembra? Lo è molto di più. Vorremmo sapere finalmente della cena di gala, quella memorabile serata. Le testimonianze raccolte nel corso degli anni sono discordanti. E’ vero che Rodri Van Click improvviso’ un indiavolato tip-tap sui tavoli indossando solo un perizoma leopardato?”
“No, questa è soltanto una diceria. Era un mambo.”
“E’ vero che Massimo Romani si mise a raccontare barzellette spinte facendo arrossire Claudia Wells?”
“Falso. Claudia le conosceva già tutte, e non arrossì minimamente.”
“E’ vero che di fronte a una caprese che gli avevano servito, Paolo Attivissimo si lamentò che c’era una bufala?”
“Sì, ma la mangiò lo stesso. Era abituato a ben peggio.”
“E’ vero che, a cena conclusa, a tarda ora nel vostro albergo si improvvisò una serata danzante dove i bomboloni e l’alcool scorrevano a fiumi? Ricorda qualcosa di quella serata?”
“Ricordo la musica: c’erano il tema di Lupin III, il tema del Grande Mazinga, e poi quello di Gundam.”
“Nessuno ce la fa contro Gundam.”
“Proprio così. Bei tempi.”
“Fu la fine di un’era. Perché quello fu l’anno in cui cambio’ tutto, vero? ”
“Esatto. Pochi mesi dopo venne scoperto il petrolio a Zola Predosa, e Massimo Romani divenne ricco sfondato. Comperò tutta la Romagna, e fece costruire un immenso Palacongressi che da allora in poi divenne la sede permanente della Starcon. La nostra convention da allora è diventata un evento internazionale multimediale. La sfilata dei costumi del sabato sera viene trasmessa in Eurovisione, fa più share del festival di Sanremo, infatti Carlo Conti ci ha chiesto più volte di presentarla lui, ma noi preferiamo sempre Marco Pesaresi e Nicola Vianello. E poi abbiamo lanciato altre convention targate Stic, adesso ce n’è quasi una al mese: naturalmente sempre la Reunion, e poi Sluvion, Extension, Odeon, Brontolon, Pisolon…no, forse mi confondo…”
“Quanti piani ha il Palaromani?”
“Diciotto, con ristoranti, alberghi, piscine, spa, cinema multisala, bomboloneria, stazione ferroviaria e campo da golf.”
“Un gioiello che tutto il mondo ci invidia. Ho sentito che la Fedcon vuole affittarlo.”
“Sì, ma non possono permetterselo. Bisogna capirli, cercano in tutti i modi di tornare in auge. Una volta erano loro la più grande convention d’Europa, sa? E anche altre cose cambiarono, a partire da quell’anno. Nicola Vianello venne eletto per acclamazione presidente a vita dello Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”: da allora lo chiamiamo “il Doge di Venezia”, e infatti vive in un palazzo sul Canal Grande. Il club è diventato una multinazionale quotata in borsa, e ha comprato la Paramount. Adesso siamo noi i depositari del marchio Star Trek, e produciamo le serie televisive!”
“E’ vero che…”
“…che ci sarà Jeri Ryan nella prossima stagione? Sì, glielo confermo. Entrerà a far parte del cast, che comprende già Jolene Blalock, Mary Wiseman e Mary Chieffo. Poi arriveranno anche Chase Masterson, Marina Sirtis e Terry Farrell.”
“Tutte assieme?”
“Paga Romani.”
“Tutto va a gonfie vele, insomma. Avete fatto molta strada!”
“Modestamente, è così. Adesso abbiamo Star Trek in TV quattro volte al giorno, la BBC non salta più un anno di Doctor Who grazie alla nostra coproduzione, e la Disney sta per cederci i diritti di Star Wars (Disneyland è già nostra dall’anno scorso). Sono lontani anni luce i tempi in cui facevamo chilometri e chilometri per raggiungere la Sticcon, tra aereo, autobus, treni, monopattino, e dovevi attendere la coincidenza a Bologna. Quando le stanze d’albergo erano così piccole che uscendo dal bagno la porta sbatteva contro il letto. Quando bisognava fare la fila in sala ristorante per accaparrarsi il cibo. Quando indossavo le uniformi di Star Trek per cuccare le ragazze. A proposito, devo andare in sartoria a ritirare l’uniforme nuova. Chissà che la prossima non sia la volta buona!”
L’intervistatore si alzò in piedi, il suo tempo era finito. L’intervista era conclusa, il pubblico avrebbe potuto finalmente leggere l’ultimo report della StarCon 2018. Si congedò dall’intervistato, che era perso tra i ricordi. Che erano molti. Tanti anni, tante convention, tanti ospiti, tanti bomboloni alla crema… Chissà dove era andata la sua mente? Alle Kobayashi Maru? A qualche sfilata dei costumi? Alle conferenze scientifiche di Paolo Attivissimo? Aveva lo sguardo vuoto di chi cerca di ricordare qualcosa…
“Scusi, sa mica dove posso trovare un boa di struzzo? Stavo pensando alle ragazze della reception…”
Carlo Recagno
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