È in lavorazione il nuovo numero della rivista ufficiale italiana, dove ci sarà, tra le altre cose, un’intervista esclusiva a LeVar Burton (Geordi La Forge in TNG) ospite della STICCON. Attore, regista, presentatore, amico di tutti ma senza peli sulla lingua, LeVar ha parlato di paralleli culturali, bambini e della sua esperienza di fronte e dietro la cinepresa. L’artista è stato entusiasta del suo soggiorno italiano e non ha lesinato in complimenti. Ecco un estratto in anteprima dell’intervista che verrà pubblicata nell’ISTM 153…
Hai interpretato un ruolo in quella che forse è la serie più famosa e amata di Star Trek, The Next Generation, che ha creato degli standard molto alti. Ma hai anche lavorato alle altre serie nuove di Star Trek come regista. Puoi raccontarci delle differenze che hai trovato, o le cose che erano uguali…
Beh… Io sono un grandissimo appassionato della Serie Classica, la prima serie di Star Trek. Quando ero un ragazzo leggevo moltissimi libri di fantascienza. Per me la letteratura di fantascienza è unica perché funziona sulla base della più potente combinazione di due parole che esista nel linguaggio: e se… Quando ero ragazzo era rarissimo poter leggere su quelle pagine di eroi che assomigliavano a me. Per questo la visione di Gene Roddenberry era davvero importante. Vedere Nichelle Nichols sul ponte di comando dell’originale Enterprise era un evento enorme per me. Diceva: “nel futuro c’è un posto anche per te”. Quindi crescere ed entrare a far parte di quella famiglia… non riuscirei a descrivere la gioia che mi ha dato. Non ho mai lavorato nella serie Classica, ma sono diventato amico di alcuni dei protagonisti. Nichelle è una mia carissima amica e nel corso degli anni anche con Bill Shatner siamo diventati amici. E… non so… è…
Hai incontrato i tuoi eroi!
Esatto! Come posso dire… avere la possibilità di dire: “Il capitano Kirk è mio amico!” Capisci cosa intendo? Non l’avrei mai potuto immaginare. Quando abbiamo girato l’episodio “Il naufrago del tempo” di The Next Generation… fare un episodio con Jimmy Doohan è stato… tutti i giorni dovevo darmi un pizzicotto perché sono un enorme fan di Star Trek. Credo realmente negli ideali di Star Trek. Mentre diventavo grande volevo vivere in un mondo dove erano stati risolti tutti i problemi di razza e classe, ed economici, e voglio ancora vivere in un mondo come quello. Ti dico in cosa credo: quello su cui focalizziamo la nostra attenzione come esseri umani è ciò che riveliamo. Credo in un bimbo o una bimba che guardavano gli episodi originali di Star Trek e vedevano sempre il capitano Kirk che tirava fuori il suo comunicatore e diceva: “Scotty, mi teletrasporti”. Quel bimbo è diventato uno scienziato, forse un ingegnere, un progettista, ed è il responsabile di una tecnologia che oggi è più comune di un tostapane: tutti hanno usato o hanno visto qualcuno usare un telefono cellulare. Capisci quello che intendo? Ciò su cui ci focalizziamo è ciò che poi manifestiamo, è così che siamo fatti. Credo che a modo suo Star Trek ci stia davvero aiutando a creare quel futuro, e questa è una delle cose che adoro della saga, il fatto che sia una visione positiva dell’esperienza futura degli esseri umani.
LeVar, cosa pensi della STICCON, al confronto delle convention degli Stati Uniti o a quelle di altri paesi a cui hai partecipato?
Lasciami dire una cosa… Ci sono due tipi di convention di cui ho avuto esperienza. Ci sono le grandi convention negli Stati Uniti e ci sono le convention organizzate dai fan. Ho sempre preferito queste ultime, ma di tutte le convention fatte dai fan alle quali ho partecipato questa qui è notevole. Prima di tutto è il vostro venticinquesimo anniversario! E già questa è una cosa insolita. La vostra sembra davvero una grande famiglia, perché siete insieme tutti gli anni da tantissimo tempo… Siete cresciuti insieme. Le sensazioni che ho a questa convention non le ho mai provate prima. È davvero straordinaria. Inoltre non sono mai stato a una convention dove tutto quanto si ferma per il pranzo e di nuovo per la cena. È una cosa molto civile. Molto italiana, ma molto civile. È grandiosa! L’adoro! E ci sono famiglie. È chiaro che ci sono forti relazioni di lunga data tra le persone. Insomma… diciamolo… esiste una grande famiglia di Star Trek, e all’interno della famiglia ci sono questi gruppi. E il gruppo italiano, penso, è uno dei più appassionati. Sono stato di sotto, alla Borg Experience, la Kobayashi Maru… in quell’allestimento è stata messa moltissima passione, moltissimo amore, non ho mai visto niente del genere. È davvero straordinario, notevolissimo.
Per saperne di più su questo ospite e artista straordinario non perdete il prossimo numero di Inside Star Trek Magazine, dove troverete tantissimi altri articoli dedicati al nostro universo preferito!
1 commento
E ho anche il suo autografo che mi fa i complimenti per il matrimonio!!! Da ingegnere a ingegnere! Eh eh eh…