Ci ha lasciati Kenneth Alexander Mitchell, a quasi 50 anni.
Mitchell, canadese, ha interpretato diversi film e serie tv nella sua carriera. Gli appassionati di fantascienza lo ricordano anche per il suo ruolo del padre di Carol Danvers in Captain Marvel. In Star Trek ha interpretato ben sette ruoli: in Discovery, i Klingon Kol, Kol-Sha e Tenavik, in Lower Decks era il Capitano della Nave Clicket, la Tweerk, più altri due ruoli minori.
Dopo la sua diagnosi di SLA, cinque anni e mezzo fa, i produttori di Discovery, pur di non perdere il suo talento, modificò il personaggio dello scienziato Aurelio acciocché avesse anche lui una sedia a rotelle.
Mitchell è ricordato dalla famiglia, come dai colleghi, come una persona dai molti talenti, amabile, appassionato e spiritoso, sempre desideroso di protendersi verso gli altri.
Nel morire, si è donato ancora, scrivendo per noi questo brano meraviglioso (trovate l’originale sul suo profilo Instagram) che abbiamo di seguito tradotto per voi.
Grazie, Kenneth.
Quando morirò, quando lascerò questa vita, voglio diventare un albero, un Ginko, un Pino Bianco, una Jacaranda, un Limone, un Cedro, una Quercia, un Mirto, o un Acero. Voglio essere sepolto sotto le radici, così che io possa essere assorbito, tutta la mia materia, la mia energia, il mio amore, le mie risate, le mie lacrime, e voglio espandermi attraverso i rami e toccare il cielo notturno.
Voglio splendere insieme alle stelle e, con la rotazione terrestre, voglio sentire il sole sulla faccia delle mie foglie. Voglio rilasciare ossigeno perché tutti possano respirarne. Mi piacerebbe che i bambini si arrampicassero sui miei rami, che gli studenti si appoggiassero a me, che gli animali mangiassero i frutti che darò. Voglio flettermi al vento.
E, quando sarà il momento giusto, voglio essere abbattuto e tornito in una pagaia da canoa, cosi da poter navigare giù per il fiume, seguendone il flusso, l’aria, i meandri. E col resto del legno dell’albero, voglio facciate un falò vicino all’oceano, e poi voglio scolpiate un grande tamburo. Il più grande tamburo possiate immaginare. Voglio avere un battito basso e profondo, seguendo il ritmo del vostro cuore, insieme alla danza delle fiamme. Voglio riempire la vostra anima, arrivarvi fino alle ossa, e lì risuonare. Connettermi alla vostra mente. Trascendere, con ogni battito. Battito. Battito.
Siamo una Famiglia, e siamo Amici, io vi sono fratello e sorella, sono la natura. Danzate con me. Sorridete insieme a me. Sentite insieme a me. Sognate insieme a me. Ascendete insieme a me. Cadete e fallite con me, ma rialzatevi con me. Insieme. Connessi. Sempre nel flusso e nel battito. Con la speranza e l’ottimismo. Con tenacia ed umiltà. Con amore e gentilezza Con coraggio e vigore. Con convinzione.
Prendete la mia mano, il mio ramo, la mia pagaia, il mio tamburo e danzate con me… per sempre!
1 commento
Stupendo. Di grande profondità. Quale albero sei?