Notte.
Il cronista stava cercando di dormire, ma per quanto si rigirasse nel letto non riusciva a prendere sonno. Si sentiva inquieto, forse c’era qualcosa che era rimasto in sospeso…
D’un tratto si udì un rumore; anzi, un suono: il suono di un teletrasporto. E nella stanza prese forma una figura umana. Il cronista osservò con meraviglia: si trattava di una forma familiare, un uomo con la barba e gli occhiali, che indossava un’uniforme rossa e nera, con i gradi di ammiraglio. E parlò, con una voce ancora più familiare, dai toni alti e squillanti.
“Sssaalve!”
“Uh! Alberto? Ammiraglio Alberto Lisiero? Sei tu?”
“No, ho solo preso il suo aspetto. Io sono… IL FANTASMA DELLE STARCON PASSATE!”
“Cosa?…il fantasma delle Starcon passate?”
“Sì”
“Molto dickensiano”
“Grazie, sapevo che l’avresti apprezzato.”
“Sto sognando, vero? Tutto questo non è reale”
“Sì e no. Il fatto che tu stia sognando non vuol dire che non sia reale”
“Hai citato Albus Dumbledore”
“Un uomo saggio. Ascolta, io so cosa ti rende inquieto: non hai fatto l’ultimo report della Starcon 2022: è quello che hai lasciato in sospeso. Perché non l’hai ancora scritto?”
“Ehm…era l’ultima giornata, il giorno dopo sono rientrato a casa. Il viaggio, la stanchezza…e poi una volta rientrato, ho trovato una marea di lavoro che mi aspettava, e…”
“…la sartoria non ti ha consegnato il tight, e poi le cavallette, certo. No, tu stai evitando di lavorare. E io sono qui per ricordarti cosa significa la Starcon (già Sticcon). Ricordi quando vi mettesti piede per la prima volta? Non conoscevi quasi nessuno, eri in un ambiente nuovo e sconosciuto, eppure ti sentisti subito a casa. E da allora non ti sei mai più perso una convention, da trent’anni”
“Ssst! Parla piano! Vuoi far sapere in giro la mia età?”
“La sanno già tutti”
“Acc…”
“La Starcon (già Sticcon), come diceva il Navarca, è una delle necessità primarie dell’essere umano intelligente. Non so se questo includa anche te, comunque è un punto fisso della tua esistenza, lo hai detto anche in Trek It!”
“Ah, l’hai visto?”
“Tre volte. Insomma, devi concludere il tuo lavoro. Lo so perché hai tardato tutto questo tempo, ma devi farti forza.”
“Lo sai?”
“Sì, ma te lo dirà il mio collega che verrà dopo di me”
“Ah, già il secondo fantasma. Siete in tre, vero?”
“Esatto. Lavora, Carlo, i lettori aspettano”
“Esattamente quello che mi dicono alla Bonelli”
“Lo so.”
Il fantasma svanì, sempre con effetto teletrasporto. Il cronista si sedette allora alla scrivania, davanti al computer, e lo accese. Ci volle come al solito un’eternità perché potesse finalmente incominciare (giusto il tempo per una sbirciatina su Instagram), e poi si mise all’opera.
Domenica, la quarta e ultima giornata della Starcon 2002 (no, in realtà 2022, ho fatto un errore di battitura e volevo vedere se stavate attenti).
Conferenze. Giuseppe Pisana, a parlare del telescopio James Webb. E in contemporanea, in un’altra sala (perché bisogna scegliere? Perché?), Cesare Cioni e Marcello Rossi a parlare di Trek It! E poi la seconda parte della conferenza di Marco Paulli sull’evoluzione della Enterprise, una conferenza così articolata da doverla dividere in due puntate (Marco, se mai ne farai una sull’evoluzione delle uniformi, mi offro di collaborare)
E gli ospiti, l’ultima occasione per chi se li era persi: Jeffrey Weissman, Alan Ruscoe, Sandra Gimpel, Tara Rosling e Franco Malerba. Jeffrey divertente e addirittura spumeggiante, Tara più contenuta; Malerba è un pezzo della storia dell’astronautica italiana (e mondiale), siamo stati veramente onorati di averlo tra noi. (Anche se vorremmo tanto avere, un giorno, Samantha Cristoforetti. E non più da partecipante, come venticinque anni fa, ma da ospite)
E ancora sessione autografi, quiz, proiezioni. Tutto quello che c’è nella giornata finale della Starcon, quando sentiamo che tutto sta per finire, ma non importa, tanti sono la gioia e il divertimento accumulati nei precedenti tre giorni.
Infine foto di gruppo. Questa volta non in sala, ma fuori, sui gradini del Palacongressi, per evitare di indossare le mascherine. Un tuffo nel passato a un’era in cui le foto di gruppo le facevamo all’aperto. Ecco, tutto stava per concludersi, restava ancora solo la cena di gala.
E qui il cronista si fermò e tirò un sospiro, avvinto dalla malinconia. Ma non fece neanche in tempo a inalare di nuovo aria che subito udì un altro suono familiare, il suono di un Tardis. E nella stanza prese forma un’altra figura familiare. Una donna che indossava un vestito blu, con disegnate delle finestre…
“Io sono il fantasma della Starcon presente”
“E hai l’aspetto di Chiara”
“Già. Chi meglio di lei a rappresentare il tuo presente?”
“Anche tu sei convinta che Strange New Worlds sia un reboot?”
“Li mort…ehm, mi trattengo dal risponderti come farebbe la vera Chiara, perché non sono davvero lei. Il mio compito è spronarti a scrivere. Quella di quest’anno è stata la Starcon della rinascita, del ritorno alla normalità dopo il periodo buio della pandemia. Tutti ci siamo ritrovati con un unico desiderio: quello di ricominciare! Ecco perché è stata tanto importante, diversa dalle altre, e tutti la ricorderemo. Non ci siamo arresi in questi tre anni, e ci siamo adattati a svolgere eventi online, ma adesso la convention è rinata, più bella e più forte che pria!”
“Brava!”
“Grazie! E so perché hai lasciato in sospeso le tue cronache. Perché sei come il Dottore quando strappa le ultime pagine di un romanzo. Sei come Picard nel sogno con Data, quando non vuole che la partita finisca. Se chiudi i tuoi resoconti, allora sì che la convention sarà “veramente” finita, e questo ti intristisce.”
“Mi conosci bene”
“La vera Chiara ti conosce. E sa che se non finisci il lavoro, poi ti dispiacerà. Quindi concludi, Carlo. Allons-y!”
La cena di gala! L’evento finale della nostra quattro giorni. Cibo, bevande, donne in abito da sera, uomini in alta uniforme (più uno in tight, cioè Jeffrey Weissman). Persone di tutte le età che festeggiano assieme e vanno in giro per i tavoli a fotografare e farsi fotografare.
Con i VIP assieme a noi si brinda alla conclusione, che avviene con l’annuncio di Nicola Vianello e di Massimo Romani, tra applausi, brindisi e risate. La Starcon è finita, lunga vita alla Starcon!
Ma ci sono ancora i divanetti dell’albergo, tra bomboloni, pizzette e birra. Mancano ancora poche ore al ritorno a casa, al rientro; ma, come diceva l’Ammiraglio (quello vero, non il fantasma), non è domani finchè non si va a dormire. E noi intendiamo goderci appieno il tempo che ancora ci resta qui, decisi a non intristirci prima del momento. Davanti all’albergo osserviamo il mare di notte. Ce l’abbiamo fatta, siamo di nuovo assieme, gli ultimi due anni sono solo un ricordo, ormai. Le nostre vite sono ricominciate, e con questa convention ce le siamo definitivamente riprese.
Siamo tornati.
Il cronista cliccò su “salva” e tirò di nuovo un sospiro, ma questa volta di sollievo. La convention, per lui, poteva dirsi davvero finita, adesso. Si sentiva ancora maliconico, ma anche soddisfatto. Bisognava andare avanti, era una cosa buona. Si rese conto però che mancava ancora qualcosa: il racconto parlava di tre fantasmi…
Nessun suono, un bagliore. E prese forma…beh, no, non prese forma, in realtà. Quella che comparve nella stanza era una figura indistinta. Umanoide, certo, ma senza alcunchè di identificabile. Solo una sagoma luminosa.
“Tu…tu sei il terzo fantasma?”
“Proprio io: il fantasma delle Starcon future! Taaac!”
“Ma…come mai sei così…indistinto?”
“Uehi, testina, perché sono il futuro, no? E il futuro deve ancora essere scritto. Io sono quello che voi costruirete, il vuoto che riempirete.”
“In effetti ha un senso”
“Oppure non ti veniva in mente nessuno per impersonarmi. Comunque ce l’hai fatta a concludere, eh? Anche se i miei due colleghi, prima, hanno dovuto darti qualche spintarella.“
“E sei qui per congratularti, giusto?”
“No, perchè? Uehi, testina, ma cosa ti credi? Io sono qui per dirti che la prossima volta devi darti una mossa! Non devi più fare aspettare la gente. No, dico, pubblichi l’ultimo report sempre in ritardo, tant’è vero che, per farti perdonare, lo scrivi sotto forma di racconto umoristico. Che poi, umoristico, oddio…tu scrivi fumetti avventurosi, vero? Ecco, è meglio che in futuro continui a dedicarti a quelli. Taaac! Non so se si capisce il messaggio.”
“Sei simpatico quanto un gatto aggrappato con gli artigli ai testicoli. Prima che tu te ne vada, posso avere qualche anticipazione sulla prossima convention? Chi saranno gli ospiti, cose così…”
“No, non puoi. Lo scoprirai quando sarà il momento, come tutti gli altri.”
“Ma…io sono il cronista…”
“Appunto, testina! E il cronista si occupa delle cose che sono avvenute, no? Mica delle cose che devono ancora accadere! Taaac!”
“Proprio uno spirito spiritoso!…”
“Ecco, questa era carina. Lo vedi che quando ti ci metti, ci riesci? Eh! Eh! Hai ancora qualche domanda?”
“Sì, una. Mo’ di’ ben su, fantasma…”
“Beh, arrivederci!”
E anche il terzo fantasma svanì, e il cronista rimase solo nella stanza. Forse era tutto successo davvero, oppure no. Comunque il resoconto dell’ultima giornata era scritto, e lo mise online. Il suo lavoro era terminato.
Ma solo per il momento, perchè ci sarebbe stata una nuova convention.
Avevano ricominciato. Erano tornati.
E sarebbero tornati ancora.
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