OK, raga, scusate il ritardo. Il rientro è come il pane dopo due giorni: duro per tutti (e non solo per Rocco). Non appena uno torna in ufficio subito pretendono che si metta a lavorare, proprio non c’è umanità, in giro! Meno male che almeno ho recuperato il sonno arretrato (perché durante la convention si dorme in media tre-quattro ore per notte), e adesso mi sento di nuovo in forma per ricominciare a scri…a scriv…a scr…
Zzzzzzzz….ronf…..
Sono come il Dottore: odio i finali. Non arrivo a strappare, come lui, le ultime pagine di un libro per impedire che finisca, ma ho esitato non poco a scrivere l’ultimo resoconto della StarCon; finchè rimandavo potevo avere ancora la sensazione che, da qualche parte, la convention continuasse ancora, mentre invece si è conclusa.
Parliamo quindi di domenica, l’ultima giornata. Cosa abbiamo avuto? Essenzialmente, i secondi incontri. Abbiamo cominciato con la “seconda volta” di Virginia Hey, sempre magnifica, che ci ha rivelato alcuni interessanti aspetti tecnici del lavoro degli attori, con Paolo Attivissimo sul palco a fare la traduzione simultanea.
Poi una novità: Francesca Manicone, la voce italiana di Karen Gillan, e altrettanto bella (parentesi: il “G Factor”, cioè il livello di gnocchitudine, quest’anno è decisamente alto, sarà difficile fare di meglio in futuro…).
Dopodichè abbiamo avuto il “bis” appunto di Karen, che si è presentata sul palco uscendo come sempre dal Tardis e indossando una camicia scozzese (scozzese lei, scozzese la camicia…).
E’ stata briosa e frizzante, questa ragazza di ventotto anni che ne dimostra dieci di meno, così alta da sembrare ancora più snella, e che ha dato un contributo determinante a far salire non soltanto il G Factor, ma anche il livello della simpatia (inoltre, ha definito Steven Moffat “un genio”, quindi è anche intelligente). I genitori erano sempre presenti in prima fila, forse per “chaperonare” la figliola, e da loro abbiamo scoperto che Karen è una pessima cuoca (ma lei ci ha detto che vorrebbe migliorare).
Dopo Karen, è stato il turno di Alexander Siddig di fare ritorno sul palco, per tutti coloro che non erano presenti a vederlo venerdì, e per la gioia del pubblico femminile in generale. Altro intervento pieno di allegria, quindi, con il dottor Bashir che ci ha parlato di…di…
Zzzzzzzzz….
…ehm, scusate. Cosa stavo dicendo? Ah, Siddig, un uomo che sembra non invecchiare col tempo. Chi lo ha visto a un’altra convention qui in Italia, alcuni anni fa, giura che era uguale a oggi, soltanto che non aveva ancora la barba grigia.
Gentile e cavalleresco: alcune partecipanti di sesso femminile hanno riferito estasiate di averlo incrociato in giro per Bellaria e di essere state da lui salutate con: “Hello, young ladies”. L’ho incontrato anch’io, in giro per Bellaria: a me ha fatto il segno del pollice alzato, come a dire: “All right, bro”. Tra noi maschi questo si chiama bonding, signori miei! (Io, comunque, sono sempre dell’idea che sia un po’ come Gaspare di Zuzzurro & Gaspare ma senza tutto quel naso).
Subito dopo l’intervento di Siddig ha avuto luogo un interessante dibattito a tema Doctor Who con Gabriella Cordone e il sottoscritto, i quali hanno discusso il lavoro di Steven Moffat, il controverso showrunner della serie. E’ stato un incontro divertente, con un pubblico equamente distribuito, e che si è concluso nel migliore dei modi, cioè senza vinti né vincitori, ma semplicemente con amici che si sono scambiati opinioni e pareri, qualche volta trovandosi anche d’accordo su alcuni punti.
La foto di gruppo ha segnato, come sempre alla domenica, il punto di svolta. Alcuni già se ne stavano andando alla spicciolata, altri hanno lasciato il Palacongressi poco dopo. E quando ci siamo radunati sotto e sopra il palco per dire “cheese”, abbiamo sentito tutti che il tempo stava per scadere, mancavano solo poche ore alla chiusura. Mi dicono che una delle modelle che hanno reso più bello l’ambiente del Palaveleno in questi cinque giorni (sempre per parlare del livello di fighitudine) si è intristita fino alle lacrime perché tutto stava per finire. E’ giovane, non era neanche ancora nata quando noi veterani abbiamo cominciato a frequentare le Sticcon. Ma noi uomini duri siamo rotti a tutto e non ci lasciamo commuovere così facilmente.
WAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!! STA FINENDO!!!! PERCHE’? PERCHE’?
VOGLIO RESTARE QUI!! NON VOGLIO ANDARE VIA!
Ehm…come stavo dicendo, a seguire abbiamo avuto la cena di gala, con la consueta torta con su la locandina (e quest’anno era una torta sola, per non rischiare di farne due ma con la stessa immagine: ricordiamo ancora il famigerato “double pie incident”), più una torta speciale realizzata dalla nostra Gisella, con Karen e il Tardis.
…ZZzzzzzzzzz…ronf….
EH? Già le sette? Datemi una tazzina di caffè! Ehm…anzi, datemi dei bomboloni! Per concludere la Sticcon non c’è niente di meglio dei bomboloni, e malgrado le avversità anche quest’anno siamo riusciti a non privarcene (un grazie a chi si è organizzato e ha saputo procurarli!).
E anche quest’anno infatti abbiamo chiuso in bellezza. Il bilancio non si puo’ che dire positivo, e per l’anno prossimo è stata già annunciata una degli ospiti principali: Terry Farrell, la bellissima Jadzia di Deep Space Nine. Il “G Factor” è assolutamente garantito!
La prossima StarCon si svolgerà dal 19 al 22 Maggio 2016, e quindi abbiamo più di un anno per attendere anche gli altri nomi che il Comitato Organizzatore tirerà fuori dal cilindro! E celebreremo anche nientemeno che la trentesima edizione della Sticcon! L’avremmo mai creduto, tanti anni fa?
La tristezza incombe su tutti noi che siamo ormai rientrati a casa. Gli organizzatori, che logicamente se ne sono andati per ultimi, si sono lasciati alle spalle un Palacongressi spoglio e deserto, praticamente irriconoscibile.
Su Facebook è stato fondato un gruppo di sostegno psicologico per chi soffre dallo stress traumatico da rientro. Affrontare la realtà è duro, molto duro (altro che Rocco!), ma ci stiamo provando. A facilitare la transizione con la vita reale ci sono le foto e i filmati che abbiamo portato a casa, e che cominciano a fare capolino sui social network. E a Novembre, avremo la Reunion!
Adesso inizia il tempo inutile tra una convention e l’altra, come lo ha definito il Navarca.
Adesso stiamo dormendo, prima eravamo svegli.
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