Buongiorno a tutti e buona domenica. La malinconia aleggia nei locali del Palacongressi perché è l’ultimo giorno, e come ogni anno non riusciamo a credere che il tempo sia volato. Sembra solo giovedì che era iniziata la STICCON. Forse perché era appunto giovedì, ma questo è un altro discorso. In ogni caso, non facciamoci prendere dal panico! Oggi è il “towel day” e pensiamo invece a goderci quest’ultimo giorno assieme, riflettendo sulla vita, l’universo e tutto quanto. (Io rifletto sul Frecciarossa di giovedì, che aveva SETTANTA minuti di ritardo, ma questa è un’altra faccenda).
Dunque, voi vorrete sapere di ieri, la giornata di sabato, la giornata “clou” di tutta la manifestazione (a proposito, qualcuno sa cosa significa “clou”? Non ne ho la minima idea). È successo di tutto, a partire dagli ospiti d’onore. Ad aprire le trasmissioni, una “new entry” assoluta, e cioè James Moran, sceneggiatore di “Doctor Who” e “Torchwood”, con la splendida Chiara Codecà a fare la traduzione simultanea. Era anche ora che ci fosse uno sceneggiatore alla STICCON! Moran ci ha reso edotti su come funzionano le cose oltremanica (ho sempre sognato di dire “oltremanica”, mi piace), e non ho potuto fare a meno di notare che assomiglia stranamente a Sheldon Cooper! Mi aspettavo di vederlo dire “Bazinga” da un momento all’altro.
Non era una “new entry” Connor Trinneer, essendo stato da noi già una volta, alla Reunion, e lo conoscevamo.
La vera novità sono stati John Billingsley (Phlox) e la sua gentile signora Bonita Friedericy, due folletti saltellanti che non se ne stavano mai fermi, schizzando da un punto all’altro del palcoscenico, e rispondendo alle domande del pubblico sempre a modo loro.
È stato un happening, un evento, un rave party, con la partecipazione canora a sorpresa delle sorelle Attivissimo (ormai presenze fisse della STICCON come lo è il loro augusto genitore; buon sangue non mente, come disse il vampiro al quale avevano offerto una mentina). Posso dire senza tema di smentita (anche perché altrimenti mentirei sapendo di mentine. Ah! Ah! Che bufo!) che ci siamo divertiti come poche altre volte a una convention. E oggi, domenica, si replica, quindi ne vedremo ancora delle belle!
Ma voi vorrete sapere del dopo cena, del grande spettacolo del sabato sera. Dunque, la serata si è aperta con l’assegnazione del premio “Alberto Lisiero” a una personalità che si è distinta per meriti speciali nel mondo della fantascienza, e quest’anno il premio (alla sua seconda edizione) è stato assegnato, come sapete, a Carlo Freccero, già direttore di RAI4 e esperto di TV, che ha avuto parole di elogio per la STICCON e per il nostro club.
A seguire, la consegna dei premi Italia della Italcon. Non vi farò l’elenco completo dei premiati, che peraltro potete trovare qui: http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/18956/premio-italia-en-plein-per-delos/
Vi dico soltanto che tre targhe sono state assegnate ai “nostri” (di casa STIC, voglio dire):
Franca “Pardan” Scapellato per il miglior racconto su pubblicazione amatoriale.
Alberto Lisiero e Gabriella Cordone per il miglior articolo su pubblicazione professionale.
Un oscuro sceneggiatore di fumetti di provincia il cui nome in questo momento non mi sovviene, come miglior operatore ecologico (come dite? Ah, è “artistico”, non “ecologico”? Fa lo stesso).
Ma voi vorrete sapere della sfilata dei costumi, il momento “clou” della serata (insomma, nessuno che mi dica cosa significa “clou”?). Avrete già visto le immagini in rete, sui migliori social network. È stata un’edizione particolarmente ricca, e non possiamo che esserne contenti. Abbiamo assistito a sketch con Cattivissimo Me e i Minion e a ricreazioni di scene dal Signore degli Anelli e di “The Cage”.
Abbiamo visto per la prima volta una Horta bellissima (sì, bellissima, era Chiara Cresciani) in compagnia della figlia (la “hortina” era la sua piccola Myriam, naturalmente).
Abbiamo visto la “Next Generation” dello STIC (i ragazzi delle famiglie Romani, Panzavolta e Pesaresi) in una scenetta da “Doctor Who”; devo dire che Davide, il figlio di Maria Pia (quest’ultima già “minion”), era tanto calato nella parte del Dottore che secondo me tra qualche anno potrebbe aspettarsi una telefonata da Steven Moffat.
E abbiamo visto ancora sacerdotesse vulcaniane, una splendida Amidala di “Star Wars” e un tenente La Forge con dei veri impianti oculari (beh, certamente lo sembravano). Signori di Gothos, donne betazoidi in deshabillé (chi erano? Ah! Ah! Così imparate a non venire!), Talosiani dalla testa a forma di muffin (sì, lo so, tutti i Talosiani hanno la testa a forma di muffin, ma questi di più). Insomma, dovevate esserci! (Ma siete sempre in tempo per rimediare l’anno prossimo).
Ha chiuso la serata un momento di commozione: un omaggio canoro all’Ammiraglio, con Giampiero Roversi, Lucia Cattani ed Eleonora Legi. Una canzone molto bella, accompagnata da immagini sul grande schermo per ricordare il nostro amico. Alla fine dell’esibizione non c’era in tutta la sala un paio di occhi asciutti; non posso esserne sicuro perché in quel momento non ci vedevo molto bene, ma non ho dubbi.
E la STICCON continua. Domenica, l’assemblea dei soci con (tra le altre cose) le elezioni del Ponte di Comando.
P.S. Non vi ho parlato della conferenza di Paolo Attivissimo su come funzionano i servizi igienici nello spazio perché non ci sono stato (scusa, Paolo!), dormivo ancora della grossa. Ma tanto “The Big Bang Theory” l’abbiamo visto tutti, e conosciamo bene il lavoro di Howard Wolowitz. BAZINGA!
2 commenti
Manca una I nel titolo 🙂
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Grazie, abbiamo corretto.