“Fanno pizzette da sogno, ciambelle da sogno, bomboloni alla crema da sogno. Ma quando devi portare il vassoio in albergo attraversando Bellaria di notte, con un freddo cane che sembra novembre, è un incubo!”
Ecco, fate conto che questo sia il teaser. E adesso, come nelle migliori storie, cominciamo dall’inizio. Se giovedì è il giorno in cui alla STICCON ci si conosce o ci si ritrova, venerdì è quando si comincia a ingranare, ed è quanto è avvenuto. Abbiamo avuto “ponte a ponte”, l’incontro con il direttivo dello STIC, dove sono stati spiegati i cambiamenti che sta affrontando il club. Abbiamo avuto i primi incontri importanti, con Luigi Cozzi, Michael Bishop e Jeremy Bulloch (Boba Fett), le prime conferenze importanti (Paolo Attivissimo, per gli amici “Sgomberonte”, la riunione World SF alla Italcon.
E abbiamo avuto, per la terza volta su questi lidi (ho detto “lidi” perché siamo in una località di mare, ah! Ah! ho fatto la battuta; o forse era un camembert? Cioè no, volevo dire calembour. Nicola, è corretto?) Robert Picardo, il Dottore olografico di “Star Trek: Voyager”. Una vecchia conoscenza che fa sempre piacere rivedere in una convention piena di vecchie conoscenze che tornano.
La STICCON è come un autobus su cui si sale, si scende, si risale più avanti, ma alla fin della fiera (no, Nicola, non c’è nessuna fiera, era una metafora) ci si rivede sempre. E anche se è passato del tempo, quando ci si ritrova è sempre come se ci fossimo lasciati soltanto il giorno prima. Lo STIC è la famiglia allargata che abbiamo al di fuori della famiglia vera (e nella quale alcuni hanno anche trovato l’opportunità per costruirsi una famiglia nuova). E, parlando proprio di famiglia, il momento più importante dell’incontro con Bob Picardo è stato quando, per ricordare Alberto Lisiero, l’attore dalle origini italiane e dalla voce tenorile ha cantato “Amazing grace” assieme a Linda e Lisa Attivissimo (le figlie di Paolo ed Elena). Un’interpretazione molto bella e molto struggente, al termine della quale non c’era una pupilla asciutta in sala.
Non sarà più lo stesso, d’ora in poi, ma i ricordi non ce li porterà via nessuno, e li terremo sempre con noi, condividendoli assieme, in questa famiglia allargata che ci siamo scelti e che, se potessimo, segneremmo volentieri sulla carta d’identità come luogo di nascita, o di residenza. Siamo i Bradford, i Cunningham, i Simpson, i Griffin. Qualche volta gli Addams. E restiamo uniti. Come avviene per esempio (lo vedete che mi ricollego all’inizio? Manuale del bravo scrittore, pagina 112) quando, alla fine della serata, a spettacolo finito, chi non ha sonno si ritrova sui divanetti dell’albergo a pasteggiare con la specialita’ che rende Bellaria famosa in tutta la Riviera Adriatica, e che tutto il mondo ci invidia: i bomboloni alla crema (Nicola, è un periodo troppo lungo? Devo mettere qualche punto e virgola per spezzare?). Assieme ai bomboloni non mancano mai le specialità locali che alcuni di noi si portano all’uopo da casa (Nicola, hai visto? Ho scritto “all’uopo”, quanti punti merito?), e che sono ormai un punto fisso del “dopo convention”. Se passate a trovarci a notte fonda e ci vedete comodamente spalmati sui divani, con qualcuno magari anche addormentato, entrate e assaggiate assieme a noi un bombolone e un bicchiere di vino.
E se non fa troppo freddo ci siederemo all’aperto, con vista sulla spiaggia e il rumore del mare, a guardare le stelle (se non è nuvolo). Soltanto il cielo come limite.
Carlo Recagno
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