Il Viaggio
Il sole era ormai alto nel cielo. Sentivo il suo calore sulla pelle, lo sentivo bruciare dentro di me. Il sole era parte di me, ed io ardevo con lui. Da giorni vagavo senza una meta in quel deserto infuocato, non riuscivo più a ritrovare la strada, eppure… Era un territorio che avrei dovuto conoscere molto bene, anche se lo esploravo per la prima volta. Ne avevo sentito parlare dai miei avi, dalla mia famiglia, mi avevano descritto palmo per palmo il cammino da percorrere, e mi ero sentito pronto ad affrontarlo. Ora però ogni sicurezza vacillava. La logica non mi aiutava, e per la prima volta mi sentivo perso. L’unica certezza che mi rimaneva era che esistevano due soli modi per uscire da quella landa desolata: la morte o il raggiungimento della meta; ed avendo ormai fallito con il secondo obiettivo ciò che mi attendeva era probabilmente la morte. Avrei voluto lasciarmi andare, ma qualcosa mi spingeva a continuare, a lottare, a non fermarmi nonostante il fuoco che mi divorava. All’improvviso percepii qualcosa... no, qualcuno! Credevo di essere solo in quel luogo sperduto, eppure la mia mente mi diceva il contrario, e passo dopo passo mi guidò verso un luogo dove la presenza che avvertivo diventava più forte. Ma potevo veramente fidarmi di me stesso? I miei occhi non vedevano nulla, eppure sentivo che la mia salvezza era racchiusa nel mio istinto. Non era logico, ma non vi era nulla di razionale in quel viaggio. Era una nuova certezza o solo un’illusione a spingermi a proseguire? No, non era immaginazione, qualcosa mi attraeva fortemente, e sentivo che il raggiungerla avrebbe placato il fuoco che mi ardeva dentro. “Stai fuggendo dai tuoi problemi?” una voce femminile bloccò il mio avanzare. “Non fuggo dai problemi, li affronto” risposi senza esitare. “E allora cosa ti spinge in questo posto?”. “Pensavo di riuscire a trovare una soluzione” esitai per un istante. “Pensi davvero di poter trovare una soluzione qui? Non sarebbe più logico lasciare che le cose accadano e basta?” “Cerco delle risposte, e solo qui sono sicuro di trovarle. Non lascerò che le cose accadano e basta, sarò io l’artefice degli eventi della mia vita”. Restai in silenzio per qualche istante, poi decisi di affrontare la mia interlocutrice: “Come puoi parlare di logica, quando percepisco che è l’istinto a guidarti?”. “Istinto…” disse lei sommessamente, “esattamente cos’è per te l’istinto?”. “L’impulso naturale… la spinta biologica a comportarsi in un certo modo…” la mia voce esitò nuovamente. “Esattamente! La natura che opera in ogni essere vivente. Anche tu sei guidato da un istinto primordiale, a cui non potrai sottrarti nonostante ogni tuo sforzo”. “Sono un Vulcaniano. La logica guida la mia vita, non l’istinto.” “E allora ti chiedo nuovamente: perché sei qui? Se puoi controllare il tuo istinto, non hai bisogno di un luogo dove riflettere, dove cercare delle risposte.” “Io… io devo trovare un modo per combattere questo istinto, la mia logica non riesce a controllarlo!” la mia voce tradì la mia incertezza. “Affronta l’istinto, non reprimerlo” disse con fermezza la voce femminile. “Io non sono un guerriero!” risposi con risolutezza. “Ma stai già combattendo, non te ne rendi conto? Combatti contro te stesso, e stai perdendo”. “Chi sei? Perché vuoi distruggere quel controllo che cerco con tutte le mie forze di raggiungere?” chiesi, desideroso di comprendere. La voce non rispose. Quegli istanti di silenzio mi apparvero interminabili. Stavo forse perdendo la ragione? Sapevo che il viaggio avrebbe potuto condurmi alla follia. E alla morte, che sarebbe giunta improvvisa, ingannevole, tentatrice. Eppure io non mi ero mai sentito così vivo in tutta la mia esistenza; e ora che la voce era cessata, la febbre in me aveva ripreso ad ardere. Dovevo allontanarmi da quella follia, riprendere il controllo di me stesso… Eppure… sentivo che non era ciò che realmente desideravo. Avevo bisogno di sentire ancora quella presenza, quella voce, perché aveva acceso in me sensazioni selvagge e sconosciute, a cui non riuscivo dare un nome. “E’ la passione” sussurrò nuovamente la voce, dando risposta ai miei dilemmi. “Lei è in te. Ti travolge come un fiume in piena, ti avvolge con il suo calore e sazia la fame che tormenta il tuo corpo”. “Istinto… è solo illogico istinto”. “Non è più il momento di invocare la logica. Istinto, passione, desiderio: questa è la strada giusta. Segui il tuo desiderio, fidati delle tue sensazioni, e troverai la risposta a ciò che stai cercando”. “Perché sei così certa di essere in grado di indicarmi la via per uscire da questo luogo? Perché ti trovi qui? Chi sei?” la incalzai con i miei quesiti. “Conosco la strada perché anche tu la conosci, è davanti a te, ma ti ostini a non voler vedere. Io sono con te, sono parte di te, perché tu mi hai cercata, voluta, desiderata. Io sono in te. Hai dato voce alle mie parole, corpo ai miei pensieri”. “Mostrati” le chiesi. “Mi vedrai quando percorrerai la via che ti ho indicato, e mi darai il volto che desideri”. Tentai con tutte le mie forze di combattere con la razionalità il fiume di passioni che scorreva sempre più impetuoso in me, ma compresi presto quanto vano fosse il mio tentativo. Il mio cuore batteva come impazzito, la sofferenza che provavo cresceva a livelli intollerabili, sentivo che se non avessi al più presto trovato la mia strada sarei perito. “Tu puoi aiutarmi? Puoi mostrarmi la strada?” gridai con tutto il fiato che avevo. “Non mi senti? Perché non rispondi?” la disperazione si stava impadronendo della mia mente. Come potevo divenire preda delle più illogiche emozioni? “Io sono qui” rispose la voce, dolce, comprensiva. “Ti sento, percepisco la tua presenza, ma non riesco a vederti….. Perché?” chiesi quasi gridando. “I tuoi occhi non possono vedermi; non sono le tue orecchie a udire la mia voce e non è la tua bocca a parlare. Il tuo corpo non è qui con te.” sentii la sua voce affievolirsi e farsi più lontana. “Ma io sento il battito del mio cuore… sento la voce… provo calore sulla mia pelle…” dissi con difficoltà, ma lei non rispose. E fu in quel momento che i miei occhi iniziarono finalmente ad aprirsi. L’istinto primordiale che urlava in me mi guidava verso un sentiero sconosciuto, che sentivo essere la strada della mia salvezza. Abbandonai ogni esitazione e mi lanciai in esso. Una luce bianca, accecante, mi avvolse, e lentamente presi consapevolezza del mio corpo…. del mio vero corpo. Sentivo gli abiti sulla pelle, i muscoli ancora tesi, il battito del cuore che lentamente si placava. La luce che mi illuminava non era quella del sole di Vulcano, ma artificiale, fredda, eppure rassicurante, familiare, come l’ambiente che mi circondava. Ero disteso su un lettino diagnostico, intorno a me le sofisticate apparecchiature di un’infermeria….. l’infermeria di una nave stellare. Intorno a me delle persone mi fissavano, indossavano un’uniforme…. simile alla mia. Ero di nuovo sulla mia nave, sulla U.S.S. Voyager. “Bentornato fra noi, signor Vorik1” disse il Medico Olografico di Emergenza. Mi alzai dal lettino. “Come si sente, Guardiamarina?” chiese fissandomi. Esitai qualche attimo prima di rispondere, analizzando la mie condizioni. Sentivo il mio sangue che ardeva ancora, ma ora la logica non cercava più di combattere contro il mio corpo. Adesso era chiaro cosa dovevo fare…
Rievocai i fatti degli ultimi giorni: il mio combattimento con il Tenente B’Elanna Torres, dopo il suo rifiuto del mio Koon ut Solik2, aveva sopito la Plak Tow ma non spento il Pon Farr, anche se avevo abbandonato l’idea di accoppiarmi con lei, e pochi giorni dopo il duello avevo sentito nuovamente il mio sangue ardere. Mi ero recato dal Dottore per tentare ancora una volta di trovare una cura, prima di perdere il controllo delle mie azioni, e avevo scoperto con sorpresa che aveva continuato a studiare il mio caso, e riteneva di avere trovato una soluzione. “Voi Vulcaniani tentate di placare il Pon Farr con la meditazione, quando non potete seguire il rituale,” mi aveva detto con il suo tipico atteggiamento saccente “ma pochi Vulcaniani hanno un tale controllo della propria mente da riuscirvi…. e lei è troppo giovane per farlo, Guardiamarina.” “Ne sono consapevole, dottore” risposi “ma ho tentato con tutte le mie forze.” “Lo so, Guardiamarina” replicò l’ologramma “ma il suggerimento di una persona che pare essere interessata a lei mi ha dato un’idea: lei viaggerà nel suo inconscio e cercherà in se stesso la strada per superare il suo problema… con l’aiuto di una guida.” Fissai sorpreso il dottore, mentre avvicinava al mio collo un ipospray. “Non c’è tempo per i dettagli, Guardiamarina” mi disse azionando la siringa “le sto somministrando un sedativo, e mentre dormirà verrà sottoposto a stimolazione corticale: il resto lo scoprirà da solo! Si goda il viaggio!”
“Mi sento meglio, dottore,” risposi scendendo con cautela dal lettino “ora so cosa devo fare… seguire la mia natura.”
“Seguire la tua natura è la decisione più logica, non credi?” Il suono dolce di quelle parole mi fece voltare. Era la SUA voce. La voce che mi aveva guidato in quel viaggio interiore, verso la consapevolezza del mio essere, attraverso quella strada che mi rifiutavo di percorrere. E ora quella voce aveva un volto. “E’ stata il Guardiamarina Kestra a suggerire questa… terapia.” disse il dottore, rivolgendo un gesto cortese a una graziosa ragazza betazoide dai profondi occhi neri, che mi fissava sorridente. Aveva l’uniforme azzurra della sezione scientifica. “Kestra ha vissuto diversi anni su Vulcano, studiando le vostre tradizioni,” spiegò il dottore “e da diversi mesi segue un tirocinio in infermeria. Abbiamo discusso del suo caso, e ha suggerito questa originale terapia…. resa possibile dalle sue facoltà telepatiche”. Ci fissammo in silenzio alcuni istanti.
“Perché lo ha fatto ?” chiesi con la mia mente alla giovane. “Lo sai !” fu la sua muta risposta. Gli occhi sorridenti e maliziosi della giovane mi guardavano fisso. Sinora lei per me era stata solo una collega di lavoro, uno degli oltre 140 membri dell’equipaggio della nave. In passato avevo scambiato con lei qualche frase di circostanza, o inerente al lavoro, ma avevo percepito i suoi pensieri nei miei confronti, i suoi desideri più intimi, e questo mi aveva creato disagio, tanto da costringermi a rafforzare le barriere mentali in sua presenza. Ma ora la vedevo sotto una luce nuova. Era stata la mia guida nel difficile viaggio che avevo compiuto. Era come se la vedessi per la prima volta. Ogni suo gesto mi appariva intriso di una sensualità sconvolgente, e non potei fare a meno di chiedermi cosa avrei provato nel sentire la morbidezza dei suoi capelli tra le dita, o il sapore delle sue labbra. Lei capiva certamente cosa stavo provando, sentiva in me il cambiamento e la forza del mio desiderio. Mi avviai lentamente verso l’uscita dell’infermeria, poi mi fermai e mi voltai verso la ragazza, che mi raggiunse velocemente. Il mio viaggio stava finalmente per concludersi, il Pon Farr sarebbe stato presto domato.
USS Phoenix
1 Il guardiamarina Vorik compare negli episodi della serie Star Trek Voyager: La febbre del sangue, Il prezzo dell’onestà, Un amore impossibile, Il giorno dell’onore, Demon, Rischio estremo, Contrappunto, L’uomo del rinascimento. 2 Può essere liberamente tradotto come “Proposta di accoppiamento”: vedi l’episodio La febbre del sangue, a cui fanno riferimento i fatti narrati in questo racconto. |
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