U.S.S. QAPLA’Z – LA NASCITA
Era appena incominciato il nuovo millennio e sperduto nelle umide lande della provincia di Ferrara, un gruppo di impavidi eroi, dai potenti e sviluppati muscoli mandibolari, attendeva da anni il riconoscimento ufficiale della propria esistenza. A questo, su pressante ed insopportabile insistenza dell’amico Andrea Solmi, pensava il fiero Marco Paolo Previati, socio STIC più anziano di tutti che, con gli apparati sferici rotanti per lo stressante pressing subito, decideva di comunicare al Registro di Flotta la nascita della Nave Stellare di Ferrara. Si, va bene, ma con quale nome?. Durante l’ultimo raduno prima della pausa estiva di quell’anno 2000, ci fu un poderoso brain storming (facendo lavorare 2 neuroni al posto del solito uno…) per decidere quale nome dare alla nave. Nella storia di Star Trek, i Klingon avevano finito di romperci le uova nel paniere (e non solo quelle) da appena trent’anni, così il gruppo di ferraresi aveva deciso di onorare quei cornei capoccioni. “Onoriamoli, ché a loro piace tanto, ma, per favore, evitiamo di mangiare le loro schifezze, “ aveva detto il Previati. La nave avrebbe inneggiato il grido d’esaltazione klingon Qaplà, ma in quel momento s’era udito un miagolio provenire dalle budella di Lorenzo: “Un bel piat ad caplàz!” uscì roboante nella saletta tattica. Eh sì, un bel piatto di cappellacci ripieni di zucca e conditi con ragù come nelle migliori tradizioni ferraresi non ce li toglie nessuno, avevano pensato in molti. Un attimo. Qaplà? Caplàz? Ma allora, la nave si chiamerà Qapla’z!
Fu allora deciso che avremmo tenuto il varo allenando mandibole e circonferenze girovita alla Pizzeria “Nonno Papero” (nei ponti inferiori si sussurra che sia il marito del Capitano Janeway, ma che non si sappia in giro!). In data stellare 0007.27, alla sera, con i potenti mezzi messici a disposizione, si raggiungeva il luogo del raduno. Marco Paolo e famiglia, (e il Solmi sempre fra i piedi), sulla sua Tempra; Francesco Foti e Chiara Alberinti in bicicletta; Sergio, che aveva forse equivocato, con la Voyager; e poi Massimo e sposa, il Lorenz e Rudy. “Siamo dello Star Trek Italian Club, “ aveva detto Marco Paolo al cameriere. Avevamo bisogno di un tavolo laterale, lontano dai percorsi di avventori ed inservienti. Questo perché c’era da mettere in bella mostra il nostro logo di un metro e mezzo per uno e mezzo. Avevo portato il telo per le proiezioni allo scopo. Una volta srotolato, la Qapla’z, NCC 29017, di Classe Ambassador, volava orgogliosa al di sopra della mole del Castello Estense e l’enorme e colorato simbolo aveva attirato qualche sguardo tra il divertito e lo schifato degli altri avventori nell’affollato locale. Andrea aveva preparato l’ordine a prendere servizio per il Capitano, su carta pergamenata, con tanto di timbro e firma dell’Ammiraglio McCoy, ed una foto ricordo (un fotomontaggio non del tutto ributtante) del neo Capitano Previati sulla Plancia dell’Enterprise, con i suoi amici Kirk, Spock & Co. Prima dell’arrivo delle portate, un Marco Paolo a novantadue denti ha ricevuto ufficialmente l’incarico, di fronte a tutti. Le uniche che sapevano della cosa erano Manu, che aveva nascostamente fornito le foto del consorte e Micòl l’affascinante figlia del Capitano
La serata si è ovviamente conclusa con la testimonianza fotografica del varo della Qapla’z che, anche dopo i due lustri testè passati, continua onorevolmente a navigare nell’universo dello Star Trek Italian Club!
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